Rai, Foa: «Con governo Conte più equilibrio nei tg rispetto al passato»

Rai, Foa: «Con governo Conte più equilibrio nei tg rispetto al passato»
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Martedì 9 Aprile 2019, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 18:57

«Nel totale dei tg Rai c'è stato un maggior equilibrio tra maggioranza, governo e opposizione» nei primi dieci mesi del nuovo esecutivo rispetto al passato. E di fronte a una «situazione senza precedenti», «con un premier che arriva dalla società civile e due vicepremier che rappresentano due ministeri chiave e insieme sono alla guida dei due principali partiti di maggioranza», l'informazione è stata «focalizzata sui leader, ma a scapito della voce della maggioranza, non certo dell'opposizione». Ascoltato in Vigilanza insieme con l'ad Fabrizio Salini, il presidente della Rai, Marcello Foa, difende il servizio pubblico dalle accuse di mancanza di pluralismo e di sovraesposizione per Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ma l'opposizione insorge e parla di «fake news» e di «appiattimento» sulle posizioni della maggioranza.  

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Numeri alla mano, Foa legge in commissione una serie di dati sul tempo di parola assicurato dai tg Rai a esponenti di governo e maggioranza, opposizione e istituzioni: dal 1 giugno 2018 al 31 marzo 2019 «a governo e maggioranza è andato il 50% del tempo in voce, all'opposizione il 25%, ad altre forze il 5%, alle istituzioni il 10%?. Più in dettaglio, »al Pd è andato il 17% del tempo in voce, a Forza Italia il 14%, al Movimento Cinque Stelle il 7%, ad altre forze il 5%, alla Lega il 3%, a Fdi il 2% e ancora al governo il 40% e alle istituzioni il 10%«. Citando poi i dati paralleli dei governi precedenti, tra i quali l'esecutivo Renzi: »A maggioranza e governo è andato il 59% del tempo di parola, 9 punti in più di adesso, alle opposizioni il 30%, alle istituzioni l'8% e alle altre forze il 3%«. Affermazioni duramente contestate dai membri di opposizione. »L'occupazione selvaggia di tutti gli spazi televisivi da parte di Salvini e Di Maio la vedono tutti gli italiani da mesi, ma Foa chi vuole prendere in giro?«, attacca Anzaldi, convinto che la commissione abbia »dovuto subire l'umiliazione dei dati farlocchi di Foa, l'ennesima fake news«. Foa »forse non è stato avvertito che Salvini e Di Maio sono i principali esponenti della maggioranza, la loro occupazione dei tg non può essere certo conteggiata a discapito della maggioranza. Foa conferma di essere un bugiardo« rincara il senatore Pd Davide Faraone, capogruppo dem in Vigilanza. Si dicono »delusi« dall'audizione del presidente della Rai anche gli esponenti di Fratelli d'Italia, il capogruppo Daniela Santanchè e Federico Mollicone: »Altro che presidente sovranista, Foa - dicono - si conferma appiattito sulla maggioranza e zelante esecutore dei voleri di Lega e M5S«.
 



Salini centra invece il suo intervento sul piano industriale che vede tra i principali obiettivi portare il servizio pubblico in prima linea nella sfida del digitale, continuare ad essere un punto di riferimento identitario per il Paese, potenziare l'offerta, anche con la creazione di nuovi canali, come uno in inglese »per raccontare l'Italia al mondo nella lingua del mondo« e uno »sul lavoro delle istituzioni«. Compiti per i quali »alla Rai servono certezze economiche e di governance« per mettere l'azienda in condizioni di »competere nel mercato globale«. L'ad della Rai prevede »un ritorno all'utile nel 2021: sul 2020 pesano infatti le Olimpiadi estive e gli Europei di calcio«. Nel triennio del piano industriale, ricorda, »la Rai ha previsto di indirizzare circa 170 milioni per il potenziamento dell'offerta e ulteriori 200 milioni per la liberazione della banda 700, il rafforzamento tecnologico e del patrimonio immobiliare«. »Raggiungere l'equilibrio economico della gestione a regime« è un risultato legato anche alla »riduzione dei costi nel triennio di circa 100 milioni«, con, fra gli altri, »interventi mirati di razionalizzazione dei costi sia sugli appalti editoriali sia sulle collaborazioni esterne tra cui quelle artistiche«, quantificabili in 15 milioni nel triennio».
 

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