Spadafora: «Basta alibi, Raggi riparta. Berlusconi? Salvini ha scelto Di Maio»

Spadafora: «Basta alibi, Raggi riparta. Berlusconi? Salvini ha scelto Di Maio»
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Lunedì 12 Novembre 2018, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 11:24
Vincenzo Spadafora, sottosegretario del M5S alla presidenza del Consiglio, ha sentito la sindaca Raggi dopo l'assoluzione?
«Le ho mandato un messaggio: un'emoticon con un cuore. Le avevo scritto però anche prima della sentenza. Nei momenti complessi vanno sostenute le persone in cui credi, non dopo, perché è più facile».

Di Maio insiste: «Insulti ai giornalisti? Non li ritiro. A Roma cambieremo tutto»

Nel M5S stanno salendo tutti sul carro del Campidoglio?
«Parlo per me: ho sempre sostenuto Virginia, senza nascondere le difficoltà».

In caso di condanna si sarebbe dimessa?
«Sì, avrebbe rispettato il nostro codice etico».

Condivide gli insulti Di Maio e Di Battista contro i giornalisti?
«Ne condivido l'analisi».

E i toni?
«Ognuno si esprime come vuole. Nei confronti del governo cittadino e di quello nazionale c'è una narrazione che drammatizza qualsiasi cosa accada. C'è un pregiudizio».

Forse alimentato dalla presunzione del M5S di essere il partito degli infallibili?
«Forse questa narrazione negativa, e condivido i concetti di Luigi e Ale, può essere solo in parte figlia delle eccessive aspettative».

Roma ne è l'esempio lampante. Dopo due anni e mezzo lei vede questo cambio di passo?
«Con la sentenza abbiamo nuova energia. La sentenza chiude due anni rispetto ai quali anche noi dobbiamo fare passi avanti: ora sappiamo come governare».

Da dove dovrebbe ripartire la sindaca Raggi?
«Per cambiare una percezione, bisogna parlare con i fatti».

Percezione? I rifiuti, i bus e il decoro sono problemi tangibili o no?
«Quando tu prometti tanto è anche giusto che i cittadini e la stampa ti critichino, però vivo a Roma e non noto che in questi due anni la situazione sia peggiorata».

Ah, no? Lei come definirebbe: migliorata?
«Non mi voglio attirare le ire dei cittadini, ma spesso il senso civico si incontra con il disagio della macchina amministrativa, difficile da riformare. Ma parlare di Roma fuori controllo è un errore. Stiamo utilizzando procedure chiare e alla luce del sole. Virginia ha avuto una forza enorme ad andare avanti, anche quando non tutti la pensavano allo stesso modo».

Deve cambiare la squadra di governo?
«Lo deciderà lei: non so deve intervenire solo sulla giunta o sui ruoli apicali che mancano. Le dico solo di correre: non ci sono più alibi».

Cosa farà il governo per Roma?
«Oltre ai poteri contenuti nel contratto, in questa legge di stabilità, inseriremo provvedimenti per la Capitale. Queste sono le intenzioni del premier Conte, di Di Maio e di Salvini, ultimamente molto interessato a Roma».

Di concreto cosa ci sarà nella manovra?
«La sindaca presenterà un progetto e sarà finanziato».

Vi dà fastidio l'opa di Salvini sul Campidoglio?
«Ci sta: noi siamo due partiti totalmente alternativi che in tutte le altre competizioni, dalle amministrative alle europee, correranno divisi».

La Lega ha la metà dei vostri parlamentari ma sembra dettare l'agenda: perché?
«Questa è la narrazione sbagliata. Noi non temiamo la Lega né a Roma né al Sud».

Il governo sembra rissoso.
«Il rapporto tra i due leader è positivo e costruttivo».

Il governo cadrà dopo le europee?
«No. Per l'interesse del Paese ma anche per il consolidamento delle due forze politiche».

Salvini non tornerà con Berlusconi?
«Ha più piacere a confrontarsi con Luigi, anche per età, non è interessato a questo centrodestra».

Siete divisi sulla Tav: a Torino in piazza, per il sì, c'era anche la Lega. Come ne uscirete?
«Esiste un tavolo politico dove i leader e il premier si siedono. Troveremo una sintesi».

Molti nel M5S dicono che dovreste alzare di più la voce con la Lega: è così?
«Loro, come strategia di comunicazione esasperano il dibattito politico. Noi siamo diversi. Luigi ha un profilo istituzionale chiaro».

Che potrebbe essere minato dal ritorno di Dibba?
«Il suo ritorno sarà un valore aggiunto: è una persona che apprezzo molto».

E' il vostro piano B?
«E' una persona che apprezzo molto».

Il Ddl Pillon che fine farà?
«Non passerà mai».

Lei e il ministro della Famiglia Fontana siete antitetici: quando un caffè insieme?
«Un caffè sì, ma con la realtà. Il mondo intorno è più forte di qualsiasi dichiarazione».

Questo sarà un governo arcobaleno?
«Parlo con i fatti: domani riunirò nella Sala verde il mondo Lgbt per un percorso che vada verso la realtà».
Simone Canettieri
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