Raggi assolta, «Se va bene lei, meglio per noi». E il M5S rilancia la fase due

Raggi assolta, «Se va bene lei, meglio per noi». E il M5S rilancia la fase due
di Simone Canettieri
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Domenica 11 Novembre 2018, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 09:21
«Se va bene, se si salva, dobbiamo aiutarla, perché aiutare Virginia serve a Roma e dunque serve anche a noi». Venerdì sera Luigi Di Maio ha fatto un giro di telefonate con i parlamentari romani più influenti e soprattutto in ascesa. Con loro ha tratteggiato due scenari opposti. Il primo, quello della condanna, era scontato: allacciamoci le cinture, ma Virginia dovrà dimettersi «subito», poi proveremo a gestirla politicamente. Il secondo scenario, quello che porta adesso al futuro prossimo della Capitale, si è avverato. E ora il leader M5S vuole «rilanciare» l'azione politica e amministrativa del Campidoglio. Da una parte ci sono i dossier rimasti ancora sospesi che fanno parte del contratto di governo (a partire dai maggiori poteri per Roma), dall'altra c'è il raccordo tra parlamento-governo pentastellato e il Comune.

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LA MOSSA
Sicché, si farà l'ennesimo tentativo. Non è la prima volta che il M5S prova a creare un collegamento - nato come controllo - con Palazzo Senatorio. Ma la storia recente è stata impietosa. Prima il mini direttorio capitanato da Roberta Lombardi (dimissionario in blocco dopo due mesi di vita a settembre 2016 proprio per il caso Marra). Poi il direttorio con Di Maio-Dibba-Fico-Sibilia-Ruocco (esploso per la mail «letta male» da Luigi nella quale Paola Taverna lo avvisava dell'indagine sull'assessore Paola Muraro, informazione mai condivisa). Infine, l'esperienza di Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, a cui Raggi ha rinfacciato di averle presentato Luca Lanzalone, il mister Wolf finito nell'inchiesta sullo stadio di Tor di Valle. Dunque c'è cautela, questa volta, anche perché la sindaca non si farà mettere guardiani né tantomeno si farà più imporre la linea: «I tempi sono cambiati, e Virginia ora ha molta forza», raccontano i fedelissimi che negli ultimi tempi hanno sempre sottolineato un rapporto privilegiato tra l'inquilina di Palazzo Senatorio e Beppe Grillo. Da ieri ancora di più.


La consapevolezza diffusa è che «Roma sia comunque un problema». E che per una serie di motivi più o meno imputabili a chi la governa la «rivoluzione gentile» si vede ancora poco. Ecco perché Di Maio è pronto a far partire una «fase due», per togliere argomenti anche alla Lega di Salvini costretta a frenare l'opa sul Campidoglio, dopo la sentenza di ieri. Il ministro Fraccaro per esempio sottolinea che «continueremo a sostenerti», rivolto a Virginia.
Ma il giudizio diffuso dei romani sulle cose che non vanno entra anche nella pelle del Movimento. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni, seppur tra le righe, non può fare a meno di sottolineare nella dichiarazione di complimenti alla sindaca che «la tua città soffre». Le sue parole centrano un problema che reale.

CONTROCORRENTE
Sviluppato dall'unica voce fuori dal mainstream di giornata: quella di Roberta Lombardi. Il capogruppo alla Regione Lazio ieri come immagine di WhatsApp aveva una ragazza che si attaccava a una bottiglia con la scritta ci sono giornate che dovrebbero concludersi con mezza bottiglia di prosecco bevuta a canna. Una frase di buon auspicio? Non si sa. Anche se la «faraona» ha auspicato, beccandosi anche molte critiche su Twitter, che «l'assoluzione della sindaca Raggi sia per l'amministrazione capitolina l'opportunità per voltare pagina e procedere con un rinnovato impulso per il bene di Roma e dei suoi abitanti». Un messaggio chiaro, figlio di un malessere, racconta chi è vicino a Lombardi, molto diffuso tra i romani e nel M5S: «Ma d'altronde il coraggio chi non ce l'ha non se lo può dare». E dunque tutti i critici e i nemici della sindaca che in questi mesi e anni hanno cercato di sbarrarle la strada o di farle pressioni ieri hanno partecipato alla gara della dichiarazione affettuosa. Nei momenti di ira la grillina chiama i vertici, in maniera sbrigativa, «quelli del nazionale». Un modo per segnare anche una distanza. Che da oggi ritorna, almeno a parole in attesa di fatti, vicinanza. Per così tanti motivi che esulano da Raggi.
 
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