BRUXELLES Obbligo vaccinale sul tavolo dei leader del Consiglio europeo che si riuniscono oggi a Bruxelles, mentre cresce fra gli Stati membri la fronda degli apripista che vogliono imporre la profilassi ai cittadini e l’Ecdc, il centro Ue per la prevenzione e il controllo delle malattie, suona l’allarme in vista di un Natale difficile in cui tenere alta la guardia.
E di obbligo si tornerà a parlare durante la discussione sull’avanzamento nel contrasto alla pandemia che comincia stamattina alle 10, con i capi di Stato e di governo chiamati a confrontarsi, fra le risposte immediate al picco di contagi, anche sull’opportunità di una stretta alle campagne di immunizzazione nazionali.
Se Mario Draghi potrà presentare la strategia del governo, fatta di super green pass per soli vaccinati e guariti e l’obbligo di profilassi in vigore da ieri per il personale della scuola e delle Forze dell’ordine e di sicurezza, gli occhi del summit saranno puntati sui due ultimi arrivati nel consesso dei leader che sono pure in prima linea a sostegno dell’imposizione delle somministrazioni: Austria e Germania, che debutteranno entrambe al vertice di oggi con due nuovi cancellieri, rispettivamente Karl Nehammer e Olaf Scholz. Vienna è stata la prima ad annunciare un obbligo generalizzato di vaccinazione per la popolazione, in vigore da febbraio, mentre da Berlino il successore di Angela Merkel si è detto a favore dell’imposizione con le stesse tempistiche. Misure simili sono state adottate pure in Grecia (obbligo per gli over 60 da gennaio) e in Polonia (che ha seguito lo schema italiano).
LA PRESIDENTE
Chi è convinta che serva ingranare la marcia sui vaccini, dopo l’apertura di inizio dicembre a un dibattito serio sulla profilassi obbligatoria, è la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, anche lei oggi al summit. «Dobbiamo aumentare il numero dei vaccinati in Europa e superare scetticismo e reticenza. Il prezzo che noi tutti stiamo pagando per le mancate vaccinazioni è altissimo. Ne risentono l’economia, il sistema sanitario e quello scolastico», ha detto ieri davanti alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. «Ecco perché è fondamentale vaccinare tutti per superare finalmente questa pandemia», ha aggiunto, ricordando che ad oggi la quota di chi ha ricevuto due dosi nell’Ue è di oltre il 66%.
Fanalino di coda è in particolare l’Europa dell’Est: è qui che i valori sono ancor più preoccupanti che nel resto del continente, con Bulgaria e Romania che hanno vaccinato rispettivamente appena il 26,9% e il 39% della popolazione. Bruxelles non ha poteri per intervenire direttamente, ma – secondo fonti di stampa – starebbe preparando una massiccia campagna di sensibilizzazione rivolta proprio ai Paesi dove il tasso di immunizzati è ancora sotto il 50%.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout