Spagna, perché l'asse Vox-popolari a Madrid può diventare uno spartiacque per Meloni

C'è chi l'ha già definita "un'elezione storica": ecco quali le ricadute sull'Italia

Spagna, perché l'asse Vox-popolari a Madrid può diventare uno spartiacque per Meloni
di Francesco Bechis
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Domenica 23 Luglio 2023, 18:28

Adelante, patriotas! La testa a Roma, il cuore a Madrid. Non c'è distrazione che tenga. In queste ore Giorgia Meloni ha un solo pensiero fisso: le elezioni nazionali spagnole. Si chiuderanno a breve le urne per rinnovare le Corti generali, cioè tutti i seggi del Congresso e del Senato spagnolo. C'è chi l'ha già definita "un'elezione storica".

Il bivio

Di certo è uno spartiacque, anche per il governo italiano. I sondaggi danno il Partito popolare di Alberto Nuñez Feijóo in vantaggio sui socialisti di Sanchez, il premier uscente caduto dopo il flop alle scorse elezioni regionali. In vantaggio, ma non abbastanza per governare da solo.

Con ogni probabilità, il Partido popular dovrà cercare voti in Parlamento.

Dove? A destra, certamente. E la prima porta a cui busserà, salvo colpi di scena, sarà quella di Vox, il rassemblement sovranista guidato da Santiago Abascal che veleggia in doppia cifra e tornerà in forze in Parlamento.

Il fattore M

Qui subentra il fattore M di Meloni. Perché il legame tra Fratelli d'Italia e Vox, entrambi membri di punta dei Conservatori europei, non solo è inossidabile, ma è andato crescendo negli ultimi mesi. Dieci giorni fa, Meloni è apparsa a sorpresa da un maxi schermo in un comizio dei sovranisti spagnoli a Valencia. Urla, grida e cori di giubilo. «Sono molto contenta di contribuire con il mio messaggio alla campagna elettorale e ribadire la grande amicizia che unisce FdI e Vox», ha scandito lei in spagnolo.

Quell'amicizia, ora, può spiccare il volo. Se Vox, come è probabile, dovesse entrare in un governo di centrodestra in Spagna, la mappa politica europea, a un anno dalle elezioni che rinnoveranno il Parlamento e le istituzioni Ue, ne risentirebbe e non poco. «Il tempo dei patrioti», così chiama Meloni la scia di successi che da Nord a Sud stanno portando ai vertici dei governatori europei partiti conservatori e popolari.

Il piano per le europee

Lo stesso asse che la premier prepara per le europee: popolari e conservatori insieme, per una maggioranza che metta all'angolo per la prima volta i socialisti Ue. Ammesso che i numeri alle urne lo consentano. L'intesa ha già funzionato altrove. In Finlandia e in Svezia, destre e partiti popolari hanno unito le forze per governare insieme, mettendo da parte le distanze.

Tra popolari spagnoli e Vox, le distanze restano e non sono trascurabili. Si fatica a trovare un punto dell'agenda di Feijòo che coincida con il programma Abascal. Ma la destra spagnola, questa almeno è l'aria che tira, farà di necessità virtù e se dovesse avere i numeri riuscirebbe a mettere in piedi una convivenza, anche forzata. Per Meloni sarebbe un segnale di buonissimo auspicio. Un altro tassello del laboratorio della nuova destra europea che anche in Italia, con le convergenze sempre meno parallele di FdI e Forza Italia, inizia a farsi strada. 

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