Maurizio Gasparri: «In Forza Italia non ci sono correnti, Tajani è il baricentro del partito»

Il vicepresidente del Senato: "Io e lui ci conosciamo da 53 anni e siamo gli unici rimasti del gruppo del '94"

Maurizio Gasparri: «In Forza Italia non ci sono correnti, Tajani è il baricentro del partito»
di Francesco Malfetano
4 Minuti di Lettura
Domenica 16 Luglio 2023, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 07:46

«Se chiedessimo a qualsiasi algoritmo chi sarebbe il leader giusto per la nuova Forza Italia ti risponderebbe senza dubbio Antonio Tajani. Ha esperienza di governo, è stato il più fedele interprete di Silvio Berlusconi e ha contatti internazionali. Nel partito questo, lo sanno tutti».

Senatore Gasparri, Tajani è il segretario giusto per guidare Forza Italia nel suo momento più difficile?
«Non esistono soluzioni migliori. Poi, per il futuro, tutti ci auguriamo di avere anche a disposizione nuove leve promettenti. Ma nell'immediato non vedo alcuna alternativa, in momenti come questi bisogna affidarsi all'esperienza. E a lui, anzi a noi, non manca. Sa che ci conosciamo ormai da 53 anni?»

Dal liceo quindi.
«Sì, io avevo 14 anni e lui 16.

Andavamo entrambi al Tasso. Ne abbiamo fatta di strada. O forse neanche troppa (ride ndr). Oggi al Parco dei Principi eravamo a due fermate di autobus da via Sicilia, dove si trova il liceo. E poi tenga presente che il Tasso in quegli anni del post 68 era molto politicizzato. Difficilmente frequentabile per chi, come noi, entrambi figli di militari, non ci schieravamo di certo a sinistra. Già lì abbiamo iniziato a spalleggiarci perché subivamo una forte prevaricazione. Poi ognuno ha fatto il suo percorso, lui nel Fronte monarchico giovanile e io nel Movimento sociale italiano. Siamo però diventati entrambi giornalisti: Antonio si è consolidato al Giornale, io sono diventato anche direttore del Secolo d'Italia. Fino a ritrovarci davvero nel 94, quando lui faceva il portavoce del governo di cui io facevo parte come sottosegretario. Il resto è storia recente. Ma del gruppo del 94 siamo praticamente gli unici ad essere rimasti fino all'ultimo con Berlusconi».

Lei parla di una sostanziale unità nel partito. E in effetti anche le "correnti" sembrano essere disponibili ad una tregua.
«In FI non ci sono correnti, al massimo personalità e protagonisti con qualche ambizione. Tra tutti però c'è la consapevolezza che Antonio è innegabilmente il baricentro di questa galassia. Poi tutti devono misurarsi, prima con se stessi però, nella consapevolezza del proprio limite».

Una tregua armata dice?
«Macché, non c'era neanche una guerra. Siamo tutti traumatizzati dalla morte di Berlusconi e l'esperienza in questa fase è un fattore decisivo. Io ho sempre lavorato con i giovani - sostenni Giorgia Meloni nel 2004 perché diventasse leader dei giovani di An - e mi auguro che tra i 500 che prenderanno parte a settembre al nostro evento a Gaeta ce ne siano 30 che nei prossimi anni si faranno valere. Ma serve tempo».

Parla anche di Marta Fascina? Ci sarà un ruolo per lei?
«Marta in questi anni aveva assunto un ruolo in nome della sua esperienza accanto a Berlusconi, e questo determina grande rispetto per la compostezza e la lealtà dimostrata. Ora mi auguro che parteciperà alla vita del partito, anche perché è deputata. Farà ciò che riterrà più opportuno, spero solo che estrinsechi la sua personalità perché fino ad oggi è stata sempre molto riservata».

I nuovi arrivi in FI? Si parla di renziani delusi o grillini convertiti, ma ieri non c'è stato alcun annuncio.
«Antonio ha giustamente concentrato la notizia sul ricordo di Berlusconi, sulla presenza del leader del Ppe Weber e sulla sua elezione a segretario. Se avessimo annunciato un arrivo di qualsiasi tipo avremmo oscurato queste notizie. Ma la tendenza c'è, e arriveranno a breve».

Ha citato Weber, quale obiettivo FI si pone per le Europee?
«L'obiettivo è chiaro: non è possibile che non esista una forza politica italiana nel principale gruppo politico europeo, il Ppe. E viceversa non è possibile che il Ppe non sia presente in Italia. E questo dimostra la nostra centralità. Come trasformiamo in voti questa necessità sarà un vero campo di sfida. La gente oggi invoca saggezza ma vota per gli urlatori, e ti ritrovi con Beppe Grillo. Con la nostra competenza e affidabilità, di cui Tajani è simbolo, dovremo quindi cercare di trasmettere una vibrazione all'elettorato per creare, se possibile, una maggioranza alternativa alla sinistra, senza dare spazio all'estrema destra europea».

© RIPRODUZIONE RISERVATA