Guardia di Finanza, la nomina in stallo: senza intesa tra ministri domani decide Meloni

L’addio di Zafarana costringe allo sprint. De Gennaro in corsa con Carbone e Greco

Guardia di Finanza, la nomina in stallo: senza intesa tra ministri domani decide Meloni
di Francesco Malfetano
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Domenica 7 Maggio 2023, 22:06 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:03

Tutto in una manciata di ore. Entro domani infatti, dovrebbe chiudersi la partita per la nomina del nuovo Comandante della Guardia di Finanza. Tassello che una volta messo a posto, darebbe il là anche all’atteso avvicendamento ai vertici della Polizia di Stato tra Lamberto Giannini e l’attuale numero due dell’Aisi Vittorio Pisani e, al termine di due mesi di rinvii, all’approdo a Roma di un nuovo prefetto. 

Ad imporre un nuovo sprint dopo la brusca frenata del pre-cdm di giovedì - in cui il “gioco delle coppie” ha contrapposto il duo Meloni-Mantovano convinti dal nome di Andrea De Gennaro ad un inedito asse Crosetto-Giorgetti in convergenza sull’ex comandante dei reparti speciali Umberto Sirico - sarebbe stato Palazzo Chigi, in nome di «una questione di opportunità». Nelle parole di chi segue da vicino il dossier fin dal principio infatti, Giorgia Meloni si è convinta che una vacatio al vertice delle Fiamme Gialle oltre che inopportuna come segnale politico sia anche infattibile a livello strategico.

Da domani l’attuale Comandante generale Giuseppe Zafarana passerà alla presidenza di Eni lasciando - in assenza di una nuova nomina - la guida ad interim al suo comandante in seconda. Vale a dire proprio a quel De Gennaro che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano - vicinissimo al fratello del finanziere ed ex capo della Polizia Gianni, oltre che a Luciano Violante, amico di entrambi - ha cercato di imporre in ogni modo con il benestare della premier. «E Comunque vada - ragionano attorno a Meloni - non si può non rispettare la storia di De Gennaro che resta una risorsa per la Repubblica». Vale a dire che è impensabile che il comandante in seconda assuma la guida delle Fiamme Gialle solo in attesa di un’altra nomina, per cui bisogna decidere prima dell’addio di Zafarana oppure il prescelto sarà per forza di cose proprio De Gennaro. 

PROVA DI FORZA

Una via, quest’ultima, che però finirebbe con ogni probabilità con l’essere intesa come l’ennesima prova di forza da parte di Mantovano, incancrenendo ulteriormente le recriminazioni non solo di Guido Crosetto (ancora “scottato” dalla nomina dell’ex ministro Roberto Cingolani ad amministratore delegato di Leonardo) quanto di un Giancarlo Giorgetti che inizia a sentirsi messo da parte. Dopo aver rinunciato alla governance e alla cassa del Pnrr in favore del ministro Raffaele Fitto, aver dimezzato il suo ministero dell’interesse fiscale cedendolo al sottosegretario Maurizio Leo ed essere stato costretto a soprassedere rispetto alla sostituzione di Alessandro Rivera come direttore generale del Tesoro, il leghista si dice poco disposto a nuovi compromessi.

Per questo la premier e Mantovano attendono - con una certa fretta - la mossa dei due ministri. Crosetto e Giorgetti presenteranno oggi quelle che ritengono essere alternative «condivisibili». Non Umberto Sirico quindi, ma una serie di nomi da cui pescare. Se il generale Fabrizio Carrarini - stando a fonti della Difesa - non sembra incontrare il favore crosettiano, restano invece papabili il Capo di stato maggiore del Comando generale Francesco Greco e tutti gli altri comandanti interregionali (in ordine alfabetico): Bruno Buratti, Michele Carbone, Fabrizio Cuneo e Carmine Lopez. 

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LE ALTRE PARTITE

La sola certezza in pratica è che bisogna chiudere. Tant’è che anche se i diretti interessati - Meloni, Crosetto e Giorgetti - smentiscono contatti, colloqui e accordi, per domani mattina (Zafarana saluterà alle 17) sarebbe in convocazione il Consiglio dei ministri decisivo. Cdm in cui appunto, dovrebbe essere bollinato anche l’approdo di Pisani a capo della Polizia di Stato con il benestare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del vicepremier Matteo Salvini. Entrambi d’accordo nel ricollocare poi l’attuale numero uno Giannini a prefetto di Roma ma con una “compensazione”. All’ex capo della Digos della Capitale verrebbe infatti anche riconosciuto il ruolo di subcommissario con delega alla sicurezza e all’esecuzione delle opere del Giubileo del 2025. Affiancherebbe cioè il sindaco Roberto Gualtieri che già mesi fa aveva offerto a Meloni la nomina di un suo fedelissimo in quel ruolo in nome di un’assoluta collaborazione. In ogni caso, per quanto il nome di Giannini sia considerato il più probabile, anche su Roma la partita non pare del tutto chiusa. In corsa restano infatti anche il prefetto di Napoli Claudio Palomba e il capo dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile Laura Lega. 

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