Bernardo Mattarella: «Se ignorata, la Terza Italia rischia di scivolare al Sud»

Bernardo Mattarella, lo sviluppo del Paese: «Se ignorata la Terza Italia rischia di scivolare al Sud»
di Rosario Dimito
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Martedì 4 Maggio 2021, 00:44 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 04:20

Bernardo Mattarella, amministratore delegato del Mediocredito (MCC), nel dibattito sullo sviluppo del Paese il Centro Italia è tornato sugli scudi: quale banchiere attivo nel Centro-Sud, che idea si è fatta?

«Passata l’emergenza sanitaria l’Italia sarà chiamata a un grande sforzo di ricostruzione. una sfida che richiede unità e coesione di tutte le aree del Paese. In questo senso le regioni del Centro sono cruciali, perché sono cardine per la crescita sia del Sud che del Nord. Il rischio che bisogna evitare è che la cosiddetta “Terza Italia” scivoli verso Sud, schiacciata tra politiche di sostegno e politiche di sviluppo, trasformando la “questione Italia Centrale” in una nuova “questione Meridionale”».

Può essere più esplicito? Parlare di nuova “questione Meridionale” non sembra di buon auspicio. Davvero c’è questo rischio?

«Gli indicatori demografici, l’andamento del Pil e del mercato del lavoro sono preoccupanti non solo per le regioni del Sud ma anche per Umbria e Marche, e segnali di allarme si registrano anche per Abruzzo, Toscana e Lazio.

Basti pensare che, come ci ricorda anche Svimez, Marche, Abruzzo e Umbria nel 2019 avevano valori del Pil pro capite compresi tra l’81 e il 90% della media europea, mentre nel 2000 gli stessi valori andavano dal 113 al 127%».

Come intervenire allora?

«L’obiettivo deve essere quello di affrontare definitivamente i problemi strutturali presenti con interventi di ordine sistemico, indirizzando imprese e territori verso l’innovazione digitale, la transizione ambientale, le opere infrastrutturali, progetti e investimenti che possono condurre con ragionevolezza ad una crescita prossima al ritmo europeo. Il Centro ha un potenziale industriale importante»

Faccia qualche esempio.

«L’Abruzzo è caratterizzato da un tasso di industrializzazione molto elevato ma perfettamente integrato in una regione in cui le aree protette sono estremamente estese, con eccellenze nella filiera dell’automotive, dell’igiene della persona, della farmaceutica. Anche il Lazio è popolato da imprese ad alta tecnologia che potranno avere un ruolo cruciale nella realizzazione degli interventi previsti dal Recovery Plan. Le risorse del Pnrr dovranno essere usate per progetti che diano un impulso forte all’occupazione in queste regioni, prima di tutti, per donne e giovani».

Il Fondo di Garanzia per le pmi potrà essere un volano per la ripresa e un sostegno alle imprese anche nella fase di ricostruzione?

«Il Fondo si è rivelato uno strumento cruciale per il supporto della liquidità delle imprese italiane durante l’emergenza da Covid-19. Basti pensare che da marzo 2020 le richieste di garanzie pervenute al Fondo sono state quasi 2 milioni per oltre 155 miliardi. Una fase critica, non del tutto superata, che racconta esattamente l’emergenza vissuta e la dimensione della crisi attraversata dal nostro tessuto economico».

Ma anche qui sono emerse con evidenza non poche differenze strutturali tra le differenti aree del Paese.

«Vero. Tra le domande approvate dal Fondo, circa il 49% proviene da imprese del Nord, il 24% dal Centro e il 27% dal Mezzogiorno. Inoltre, il finanziamento medio garantito nel Centro (74.586 euro) risulta inferiore anche alla media nazionale (79.393 euro) ma, soprattutto, è inferiore agli importi registrati nel Nord-Ovest (88.480 euro) e nel Nord-Est (96.033 euro). Ulteriore prova del fatto che la struttura produttiva del Centro Italia è caratterizzata da imprese di dimensioni più piccole rispetto alle aree economicamente più forti del Paese».

Il nuovo Gruppo bancario Mediocredito Centrale che ruolo potrà avere?

«Nel corso del 2020 MCC ha acquisito il controllo di Banca Popolare di Bari e di Cassa di Risparmio di Orvieto, integrandosi con una presenza territoriale che sarà un valore aggiunto per i territori direttamente coinvolti. L’obiettivo è alimentare la ripresa delle attività delle Pmi, senza che si verifichi, come in passato, un divario regionale dei percorsi di sviluppo». 

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