Fondi salva-imprese, va al Nord quasi la metà: cresce ancora il divario con il Centro Italia

Fondi salva-imprese, va al Nord quasi la metà: cresce ancora il divario con il Centro Italia
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Giovedì 15 Aprile 2021, 07:37 - Ultimo aggiornamento: 18:00

La pandemia prosciuga le casse delle aziende italiane che, a secco di liquidità, vanno a caccia di finanziamenti agevolati. I quali, tuttavia, finiscono soprattutto al Nord lasciando con un pugno di mosche il Centro. Una indagine sul sostegno alla liquidità delle imprese durante l'emergenza Covid, curato da Mediocredito Centrale e Svimez, rimanda l'immagine plastica di un Paese a corto di affari, di utili e di denaro. Ma niente affatto disposto a mollare. Anche se i numeri dicono, appunto, che i soldi del Fondo di Garanzia per le Pmi, gestito da Mediocredito Centrale, sono finiti soprattutto nel Settentrione penalizzando le regioni del Centro Italia.

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Numeri

Le statistiche parlano chiaro: tra marzo 2020 e metà aprile 2021 le richieste di garanzia sono decuplicate rispetto al 2019 arrivando a un milione e 860mila.

Nel giro di un anno sono stati movimentati 147 miliardi di euro. Ma se si guarda più attentamente, alle quattro regioni centrali sono arrivate solo briciole. Circa la metà delle richieste di finanziamento sono infatti state concesse al Nord, il 26,7% a imprese del Mezzogiorno e appena il 23,96% al Centro. Ancor più nel dettaglio, il Lazio si è visto dare l'ok per solo 193 mila domande (13 miliardi), incassando il 10% degli impieghi nazionali complessivi. Bottino ancor più magro per la Toscana (153mila domande per 12 miliardi: l'8% del totale), per le Marche (appena 66 mila domande accettate, 4,8 miliardi: il 3,5%) e l'Umbria (32 mila finanziamenti, 2,4 miliardi: poco meno del 2%). Un consuntivo che relega le regioni centrali in fondo alla classifica degli enti locali beneficiati dai finanziamenti che, comunque, sono stati indirizzati in particolare verso le attività più piccole, considerato che le operazioni fino a 30 mila euro rappresentano una quota del 60,11% in termini di numerosità mentre quelle di importo superiore costituiscono l'85,19% in termini di ammontare.

Il meccanismo del Fondo di Garanzia sembra aver funzionato, insomma. Anche grazie agli interventi legislativi degli ultimi mesi. Per offrire sostegno al mondo produttivo, nel corso del 2020, sono stati infatti predisposti tre decreti legge (Cura Italia, Liquidità, Rilancio) che hanno previsto, tra gli altri, interventi particolarmente importanti messi a punto per indirizzare, con modalità differenti, liquidità nel sistema economico. I tre provvedimenti, in sintesi, potenziano l'intervento del Fondo di Garanzia per le Pmi sui finanziamenti richiesti dalle imprese al sistema creditizio. Le pratiche burocratiche fortemente da espletare sono state semplificate e i soggetti beneficiari sono progressivamente aumentati. Ma c'è di più. «In particolare si legge nello studio appare netta la differenza con il precedente ciclo negativo, tra il 2012 e il 2013, caratterizzato da una marcata caduta negli impieghi». Con una conseguenza visibile. In assenza di interventi per la liquidità 67mila imprese sarebbero entrate in difficoltà, al punto di chiudere. Le statistiche attestano, infatti, che il 72% delle attività produttive ha registrano un calo degli utili negli ultimi 12 mesi. E che, senza sostegno, in molti sarebbero costretti a gettare la spugna.

Differenze

I dati confermano le forti differenze di carattere territoriali. Analizzando gli importi approvati si rileva però una incidenza significativamente inferiore del Mezzogiorno (20,59% del totale) frutto di un importo medio dei finanziamenti garantiti, pari a 61 mila euro, sensibilmente inferiore a quello delle altre aree geografiche (88.480 euro per il Nord-Ovest, 96.033 euro per il Nord-Est e 74.586 per il Centro). Quanto alla distribuzione merceologica, un terzo dei finanziamenti è finito nei bilanci di aziende manifatturiere, mentre il 25% ha beneficiato il settore automotive.

Il buon successo del meccanismo sta spingendo il governo Draghi ad una riflessione. «E' necessario valutare una possibile proroga del sostegno alla liquidità delle imprese, che grazie ai prestiti con garanzia dello Stato ha assicurato un flusso costante alle aziende in difficoltà» ha spiegato Giancarlo Giorgetti. «Il Fondo di garanzia è stato uno strumento decisivo per evitare che durante la crisi pandemica si interrompesse il flusso di credito alle imprese» ha osservato Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Mediocredito centrale.
 

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