Paghetta per i figli, in media 54 euro al mese: ma quanto si dovrebbe dare e a quale età?

Secondo una ricerca di Facile.it è cresciuta negli ultimi anni la paghetta di mamma e papà per i minorenni italiani

Paghetta per i figli, in media 54 euro al mese: ma quanto si dovrebbe dare e a quale età?
di Giacomo Andreoli e Francesca Pierantozzi
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Giovedì 21 Marzo 2024, 06:36 - Ultimo aggiornamento: 06:58

In media 54 euro al mese, per una spesa totale a carico delle famiglie di 150 milioni al mese. Secondo una ricerca di Facile.it è cresciuta negli ultimi anni la paghetta di mamma e papà per i minorenni italiani, superando i 70 euro medi al mese nella fascia 15-18 anni. E a gestirla si impara. A scuola e usando anche nuovi strumenti digitali, come le carte prepagate. Basta che la cifra sia giusta per le esigenze del ragazzo o della ragazza, soprattutto se molto piccoli, spingendo i giovani a capire l'importanza del denaro, senza sperperarlo. In tutta Europa l'educazione finanziaria è ormai entrata in classe. Italia compresa, dove è appena diventata una materia vera e propria, nell'ambito dell'Educazione civica. Gestire un bilancio - foss'anche di dieci euro a settimana - capire che cos'è un credito, che significa risparmiare: tutte nozioni che aiutano a prevenire l'ignoranza finanziaria che affligge gran parte delle popolazioni.
L'ultima analisi dell'Ocse sulla "cultura finanziaria di base" dei paesi più ricchi è illuminante: a parte la prima della classe, la Germania, che ottiene 75 punti su cento, la maggior parte dei paesi non raggiunge la sufficienza, con l'Italia ferma a 17. Per la maggior parte degli italiani, insomma, è ancora un problema capire come funziona un mutuo, valutare i tassi di interesse, ma anche entrare in azione per bloccare una carta piratata o rubata. Ma è anche vero che il nostro Paese sta facendo importanti passi avanti, con modelli di apprendimento da cui prende spunto tutta Europa.

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I PASSI AVANTI

In prima fila, da una decina di anni, ci sono le iniziative della Feduf (la Fondazione per l'educazione finanziaria e al risparmio creata dall'Abi), del Museo del Risparmio a Torino, di Banca d'Italia, di Poste e del comitato governativo Edufin. Non solo il mese dell'educazione finanziaria, con centinaia di eventi in tutta Italia ogni mese di ottobre. Anche nel resto dell'anno ci sono nelle scuole seminari, classi ad hoc, quiz interattivi e premi speciali. Una di queste iniziative è "Imprendi il tuo viaggio", un percorso formativo con una sfida finanziaria: gestire un budget personale per un anno, con l'obiettivo di risparmiare abbastanza da passare il Natale a New York. Per i migliori in tutta Italia, in palio premi da 500 euro. «Oggi l'educazione finanziaria - spiega a Il Messaggero Giovanna Boggio Robutti, direttrice generale di Feduf - occupa un posto importante nell'agenda di Enti e Istituzioni: un cambiamento che ha richiesto un grande impegno, per iniziare a passare dall'essere percepita come qualcosa di staccato dalla vita reale a elemento indispensabile per il pieno esercizio delle prerogative democratiche». Le cifre dei "finanziariamente colti", insomma, sono in rialzo. I ragazzi e le ragazze - sostengono poi quasi tutti gli insegnanti - sono in genere molto interessati alla questione dei soldi. «La paghetta - aggiunge Robutti -  è una palestra di allenamento all'uso del denaro e un'occasione di dialogo tra genitori e figli sull'uso responsabile dei soldi. Bisogna stabilire il criterio in base al quale erogarla: per merito o con un importo fisso? Genitori e figli possono discuterne, ma ovviamente, alla fine, sono i primi a decidere». Meglio evitare, quindi, «aggiunte ed eccessivi adeguamenti al rialzo, soprattutto per i ragazzi più piccoli: dare ad esempio cifre alte come cento euro a settimana, esclusi casi specifici, potrebbe anche essere negativo». La "retribuzione" settimanale di mamma e papà resta il metodo privilegiato per finanziare i pargoli. E l'86% dei genitori, secondo una ricerca Feduf-DoxaKids, ritiene importante educare i figli dal punto di vista finanziario. Eppure circa l'82% delle paghette vengono date ancora in contanti, non sempre con una gestione finanziaria oculata. Sempre secondo Facile.it i soldi settimanali vengono dati di solito dai 12 anni in su, ma per una statistica francese il primo acquisto si realizza in media all'età di 9 anni. E negli under 15 per la prima volta il riflesso di spendere supera quello del risparmiare, con un'evoluzione particolarmente forte negli 11-12 anni: l'ingresso alle scuola medie coincide con una ebbrezza spendacciona.

GLI EFFETTI

Come si fa, quindi, a capire quanti soldi dare ai propri figli? «Si mette giù - spiega Robutti - una lista delle spese settimanali benzina per il motorino, cinema, pizza, ricariche per il cellulare e si stabilisce un tetto di spesa per ognuna di queste voci». E se gli amici ce l'hanno più alta? «Non deve assolutamente essere un problema - conclude - anzi: può essere uno stimolo per aumentare il guadagno dandosi da fare».
Ad essere più in pericolo di una mala gestione finanziaria sono i giovanissimi e proprio per aiutare 2 milioni di under 18 con uno smartphone si stanno diffondendo in tutta Italia diversi servizi online con carte prepagate. Una sorta di piccolo conto corrente, sotto il controllo in real time dei genitori, spesso attraverso un'app parallela. Ad avere un vero e proprio conto in banca, invece, secondo Feduf e DoxaKids, è solo il 35% dei ragazzi nati tra il 1995 e il 2010, livello inferiore al 56% della media Ocse.
L'educazione finanziaria, comunque, può fare "miracoli".
Proprio in questa settimana si svolge in tutte le classi di terza media di Francia, su iniziativa della Banca centrale e del governo, il corso per ottenere il patentino Educfi. Intervistato in tv, un prof di una scuola vicino a Lille ha raccontato la sua sorpresa quando molti dei suoi allievi (non ancora 14enni) gli hanno fatto detto che con la paghetta hanno cominciato a «comprare e vendere oro». «E non erano - ha precisato il prof - i più bravi in matematica».

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