Emma Marrone, la dedica al papà e la malattia: ecco il docufilm. «Ora dico io la mia verità»

Emma Marrone, la dedica al papà e la malattia: ecco il docufilm. «Ora dico io la mia verità»
di Luca Uccello
5 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Novembre 2022, 15:39

“Sbagliata Ascendente Leone” è il titolo del docufilm dedicato ad Emma, il vero racconto di RealBrown, disponibile in esclusiva su Prime Video da domani, 29 novembre. «Sbagliata è un titolo ironico. Sono convinta di non essere sbagliata. Ma se proprio devo scegliere da che parte stare, scelgo quella sbagliata e imperfetta. Il titolo è un controsenso continuo come me». 

Emma Marrone, il docufilm

Il docufilm, nasce da un’idea di Emma Marrone che racconta sé stessa in prima persona.

Un resoconto sincero della donna, del suo coraggio e delle sue fragilità, che sono anche la sua più grande forza. Un ritratto inedito dell’artista, del suo talento e della sua forte determinazione.

«Ci ho messo il cuore, la mia verità. L’ho fatto con tanto coraggio. Dicendo anche cose scomode, a volte anche simpatiche. Quello che mi aspetto è che la gente capisca tante mie scelte, tanti miei modi di fare». Non è semplice, ma Emma è pronta a vincere anche questa battaglia. «Mi racconto per farmi conoscere meglio come quando nella vita reale si approfondiscono i rapporti e magari si cambia percezione».

 

La dedica al papà

Poi Emma si commuove, non può essere altrimenti. Perché questo lavoro è dedicato a suo padre. «È l’unica cosa che mi è rimasta di lui…». Di papà ha preso la follia. E nel suo racconto c’è un ricordo che ricorda la loro follia: «Un giorno eravamo in macchina, entrambi in costume, con gli asciugarmi e come due quindicenni cercavamo un posto che ci piaceva per fermarci, fare il bagno e poi ripartire». Quando lo racconta sorride ancora.

La malattia

Un docu-film dove Emma racconta la sua verità. Già. Anche quella della malattia. Perché Emma è caduta e si è rialzata una prima volta. È caduta ancora e non si è arresa. E poi è successo una terza volta. Ancora lei. «In questo intervento ho perso anche l’altra ovaia». Accettare è la parola che ripete spesso. Ma non l’unica. «A sto giro tutti sanno la persona che sono, sanno la merda che ho mangiato, il dolore che provato per sorridere. Ma io sono grata alla vita, per quello che mi sta ancora regalando. Nonostante tutto quello che mi è successo continuo a pensare di essere una ragazza fortunatissima. Non mi sono incattivita, anzi negli ultimi anni mi sento più sana e pura».

Ma grazie agli studi, alla medicina anche lei potrà un giorno, quando lo vorrà diventare una mamma. Ma la strada da fare, quella dell’informazione per le donne è ancora tantissima, lunghissima, difficilissima:

«Se un domani avrò voglia di avere un figlio, potrò averlo. Le ragazze che si trovano nella mia condizione possono finalmente scegliere. Accettare non significa non reagire. Mi è stata data la possibilità di avere un futuro se mai lo vorrò. E questo è quello che voglio: poter scegliere».

Raccontarsi per lei non è stato doloroso. Anzi: «È stato liberatorio. L’ho fatto dopo aver fatto un grande lavoro su me stessa. Un lavoro di accettazione dopo tutto quello che mi è successo. Sapevo di poterlo fare. Spero tante persone si sentano come me: libere, liberate da un peso. Non ho mai avuto scheletri dentro l’armadio ma se mai ce ne fossero stati ora l’ho completamente svuotato. Ora magari ci saranno meno battutine sapendo cosa ho vissuto».

Girato nell’arco di due anni e mezzo, “Sbagliata Ascendente Leone” mostra tutte le sfumature di Emma, attraverso emozionanti confessioni, testimonianze del passato e scene di vita quotidiana, che svelano le ragioni che stanno dietro scelte, prese di posizione e aspetti di Emma, spesso al centro di polemiche e giudizi. Un viaggio tra le diverse tappe del percorso che l’hanno resa l’artista che è oggi, in tutta la sua umanità.

Emma sta lavorando per il nuovo album («Ho ritrovato una vena artistica che non pensavo di avere, potrei fare anche un doppio album») ma quest’anno non andrà a Sanremo. Un appuntamento che serve agli artisti a promuovere il proprio lavoro. Inutile negarlo e lei non lo fa: «Oggi non ho un progetto in mano. E non voglio correre. Se avessi un disco in mano magari ci sarei andata. Un anno fa ho esaudito un desiderio di papà. Ma Sanremo fa bene agli artisti».

Il docu-film si conclude con Emma bambina. Una bambina che è rimasta sempre in lei: «C’è tanto di quella bambina in me e la proteggo. È dentro di me come il fanciullino di Leopardi. Essere bambini è importante, è la parte più pura che ci rimane. Poi crescendo ci induriamo, ci scontriamo e non ci riconosciamo sempre. Quella parte bambinesca ci aiuta a stupirci ogni giorno. Spero di proteggerla il più possibile».

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