Intensa e ultra-drammatica sullo schermo, un fiume in piena dal vivo. Il ciclone Emma, ancora una volta attrice e per la prima volta protagonista assoluta nel film di Stefano Chiantini Il ritorno applaudito ad Alice nella città, conquista la Festa di Roma con il suo carisma, la proverbiale sincerità senza filtri e il talento naturale: «Lavoro d'istinto e ho imparato tutto sulla strada, non ho mai potuto pagarmi scuole di recitazione né di musica. E quando ho letto la sceneggiatura de Il ritorno sono rimasta folgorata», racconta la cantante, 38 anni, baschetto nero e tacchi 12, «ho capito subito che sarebbe stato un film complicato perché mi avrebbe costretta a scendere nell'abisso del dolore, dell'abbandono, dell'angoscia di chi dalla vita non riceve una sola possibilità. Ma ho deciso di buttarmi e per tutto il tempo delle riprese ho scelto di devastare la mia immagine vestendomi, muovendomi, mangiando proprio come Teresa, il mio personaggio».
GLI INDUMENTI
Emma, lanciata da Gabriele Muccino nel film Gli anni più belli, poi tra gli interpreti delle due stagioni della serie Sky A casa tutti bene, per girare Il ritorno ha dunque tagliato alla meglio i capelli: «E pensare che erano biondi, lunghi, da gran figa, pronti per Sanremo: ma io all'Ariston avrei portato la mia musica, non la faccia».
LE ANALOGIE
E scuote la Festa un film che presenta allarmanti analogie con il nostro presente: War - La guerra dimenticata di Gianni Zanasi con Edoardo Leo, Miriam Leone, Giuseppe Battiston, Stefano Fresi. Carriarmati in piazza del Popolo, bande di paramilitari in giro per Roma, cacciabombardieri in azione, panico: l'Europa è in guerra. È una visione distopica ma, alla luce dell'attualità, tragicamente profetica e, Dio non voglia, addirittura incombente? «Ho immaginato il film nel 2019, cioè tre anni prima che la Russia invadesse l'Ucraina», spiega Zanasi, 57, «non prevedo il futuro, ma è il futuro che sta andando indietro...». War è comunque una commedia romantica, surreale, con sfondo bellico. «Oggi stiamo assistendo all'orrore», aggiunge il regista, «succede quando in primo piano si mette l'istinto anziché la ragione».