Latina, Miriam Lichtner: in 40 anni la battaglia contro l'Aids è cambiata

Latina, Miriam Lichtner: in 40 anni la battaglia contro l'Aids è cambiata
di Laura Pesino
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 11:11

Quarant'anni dai primi casi di Aids e dalla conoscenza di una malattia spaventosa. Quarant'anni dallo stigma e dalla paura. Un percorso lungo e tortuoso segnato però da progressi, consapevolezza e strategie di prevenzione e cura che oggi consentono di convivere con la malattia. Molti passi avanti sono stati compiuti, altrettanti però ne servono ancora per superare i timori e la disinformazione. Per celebrare la Giornata mondiale per la lotta all'Aids anche quest'anno la Asl di Latina, in collaborazione con il Comune, con l'Università Sapienza e con le associazioni pontine Arcigay Latina, Sei come sei e Centro donna Lilith, aderisce ad alcune importanti iniziative di prevenzione per contrastare l'Hiv. Latina del resto è l'unica città del Lazio a far parte della rete internazionale delle Fast Track cities, una partnership globale nata per condividere azioni contro l'Aids, e recentemente ha aperto un Check point dedicato proprio alla diagnosi precoce e alla prevenzione dell'Hiv e delle malattie sessualmente trasmesse.
«NESSUNO RESTI INDIETRO»
L'obiettivo, nonostante la flessione degli screening causata dalla pandemia, è quello di non lasciare indietro nessuno ma anzi delocalizzare, moltiplicare e umanizzare i servizi. La storia di 40 anni di malattia è stata ripercorsa grazie alla testimonianza viva di chi è stato in prima linea, dalla dottoressa Miriam Lichtner, dirigente della Uoc Malattie Infettive, e dal suo team, agli ex primari Fabrizio Soscia e Claudio Mastroianni fino alla psicologa Mimma Acito. «Sono stati fatti passi avanti enormi in questi 40 anni ha spiegato la professoressa Litchtner anche con l'introduzione di una terapia antiretrovirale efficace che dal 96 ha salvato tantissime vite. L'impulso maggiore è stato però utilizzare queste terapie anche come profilassi e questo ci ha consentito di rendere non più contagiosi i pazienti e di ridurre le nuove infezioni».
«ATTENTI A DIAGNOSI TARDIVE»
Questi sono gli aspetti più importanti sottolinea ma pesano le diagnosi tardive che qui a Latina nel 2021 hanno riguardato il 75% dei pazienti. Questo ci indica che bisogna lavorare di più sul testing ma anche sullo stigma e sulla paura di questa infezione, che rappresentano deterrenti per una diagnosi precoce. Negli ultimi due anni l'attività di testing stata più che dimezzata. L'ospedale è stato dedicato al covid, noi non abbiamo quasi mai chiuso ma l'affluenza si è ridotta. Il dato consolante è però che abbiamo fatto tanti screening da quando abbiamo aperto il check point, che ha portato in pochi mesi ad effettuare oltre 100 test rapidi per l'Hiv. Sicuramente l'idea di aver aperto una struttura che lavora al di fuori dell'ospedale ed è più vicina all'utenza è una via da percorrere».

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