Dalle battaglie civiche alla legalità la sfida ai partiti di Antonio Bottoni

Dalle battaglie civiche alla legalità la sfida ai partiti di Antonio Bottoni
di Rita Cammarone
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Martedì 28 Settembre 2021, 05:04 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 11:24

Antonio Bottoni, 67 anni di Latina, è in campo per la poltrona di sindaco alle imminenti amministrative del capoluogo pontino. Lo sostiene una coalizione composta da due liste civiche, Siamo Latina e Libertà e Sicurezza, e dalla Fiamma Tricolore. Dipendente del Ministero dell'Interno assegnato alla Prefettura di Latina, è andato in pensione il primo settembre scorso. Sposato con Anna, ha due figli, Valeria di 40 anni e Edoardo di 36. Da anni conduce battaglie civiche per la legalità, attraverso associazioni a tutela dei cittadini, prima con Contribuienti.it e nell'ultimo quinquennio con Codici.
Bottoni, qual è l'ultima battaglia condotta con successo attraverso Codici? «Abbiamo impedito che si realizzasse il deposito dei mezzi del Tpl al Giochetto. Gli atti amministrativi sono stati revocati».
È la prima volta che affronta una campagna elettorale? «Sono stato candidato consigliere comunale nel 2002 con Forza Italia e nel 2011 con l'Udc». Ora è in corsa con la Fiamma Tricolore, una virata tutta a destra? «No, non sono di destra. Lo dice la mia vita. La Fiamma, della destra sociale, né fascista né razzista, mi sostiene».
Con un trascorso in FI e in Udc, come mai non è approdato nella coalizione di centrodestra che a Latina sostiene la candidatura a sindaco di Vincenzo Zaccheo? «Perché sono scomodo al sistema dei partiti. Non ho scheletri nell'armadio e conoscendo i procedimenti non sarei stato utile ai disegni del centrodestra e alla loro esecuzione».
Perché non ha trovato una convergenza con la coalizione che sostiene Annalisa Muzio? «Io avevo proposto la mia candidatura a sindaco sia a lei che alla consigliera Giovanna Miele (ora candidata con la Lega). Sul tavolo mettevo la mia maturità. Si poteva costruire un percorso politico che al termine dei cinque anni avrebbe lasciato ampio spazio ad entrambe. Ma hanno detto di no».
Se Zaccheo dovesse andare al ballottaggio con il sindaco uscente Damiano Coletta, che lei anche attraverso l'associazione Codici ha avversato duramente, chi sceglierebbe? «Non escludiamo di orientarci verso la libertà di scelta. Ma poi chi lo ha detto che al ballottaggio andranno Coletta e Zaccheo? Il primo turno potrebbe riservare qualche sorpresa».
Bottoni, qual è la prima cosa da fare per Latina? «Eliminare il degrado per restituire alla comunità una città pulita e sicura. Eliminare le barriere architettoniche, che è un'operazione complessa e per la quale non si può assumere l'impegno, come fece Coletta nel 2016, di farlo nei primi centro giorni e che a distanza di cinque anni e mezzo stanno ancora qui».
Libertà e sicurezza, è la sua lista composta da ex appartenenti alle forze dell'ordine, lei usa spesso il concetto di legalità, ma in città la giustizia non ha una sede idonea e la cittadella giudiziaria è rimasta incompiuta. Di chi la colpa? «Dopo Zaccheo sono passati due commissari straordinari e altri due sindaci».
Bottoni, è favorevole ad un nuovo ospedale a Latina? «Certamente sì. E sono anche per un nuovo teatro. E' la mia idea di progetto: nuovo teatro, lasciando quello attuale a edificio di rappresentanza. Sono per un sistema museale, per la creazione di posti di lavoro. Sono per l'istituzione di un marchio per l'agricoltura biologica che possa agevolare anche la ripresa turistica».

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