Antenne, aspettando il regolamento comunale a Latina ci sono già 337 impianti per telefonia mobile

Antenne, aspettando il regolamento comunale a Latina ci sono già 337 impianti per telefonia mobile
di Vittorio Buongiorno
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Martedì 19 Aprile 2022, 12:05

Quante stazioni radio base per telefonia mobile ci sono a Latina? Nelle more dell'apporvazione di un regolamento per le stazioni radio base di telefonia cellulare non è facile trovare dati aggiornati, ma è sotto gli occhi di tutti che il numero delle antenne nel capoluogo sta aumentando. Sul sito del Comune non c'è un elenco delle antenne attualmente in funzione, a differenza ad esempio di Cisterna dove un regolamento è stato approvato e c'è un elenco di 45 impianti.

In realtà secondo l'ultima rilevazione del Sistema informativo regionale ambientale del Lazio (SIRA) curato da ARPA Lazio e Regione Lazio - dove sono presenti le mappe con la distribuzione degli impianti di telefonia mobile - sono molti di più. Ottantotto a Cisterna e addirittura 337 nel territorio del capoluogo. Secondo questa ricognizione sono Aprilia e Terracina hanno più di cento impianti, per la precisione 187 e 131.

La mappa della diffusione di antenne per la telefonia mobile nel Lazio pubblicata da Arpa Lazio/Sira


Ma torniamo nel capoluogo. La mancata approvazione del Regolamento ha favorito solo in parte la diffusione dei nuovi impianti. Ne sono sorti ad esempio ai margini della Lottizzazione Cucchiarelli in uno dei terreni di quello che doveva diventare il Parco della Zona L, ma perfino in centro, in un condominio di via Satrico ad esempio, andando a sommarsi a quelli storici nell'area comunale del Mercatino nei pressi del Goretti o nel quartiere Trieste. «Difficilmente il regolamento potrà impedire la diffusione di questi impianti» fanno sapere dal Comune.

Il motivo? E' vero che il rilascio dell'autorizzazione spetta al Comune, ma, chiarisce l'Arpa Lazio «la normativa italiana stabilisce che le infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione siano assimilate alle opere di urbanizzazione primaria e che gli impianti in questione e le opere accessorie occorrenti per la loro funzionalità rivestono carattere di opere di pubblica utilità, ai sensi del D.Lgs. 259/2003 Codice delle comunicazioni elettroniche».

Quel decreto prevede la possibilità «di posizionare le antenne in qualsiasi parte del territorio comunale, in quanto compatibili con tutte le destinazioni urbanistiche». E quindi, spiega l'Arpa, da ciò «deriva l'impossibilità dei comuni di impedire l'installazione di un impianto se questo presenta tutti i requisiti necessari (urbanistici, paesaggistici e sanitari), stabiliti dalla normativa».


Questo non vuol dire che non sia utile avere un regolamento. Il Comune aveva affidato l'incarico di redigerlo a una ditta scelta con bando pubblico. Ma quello consegnato un anno fa è stato sottoposto a revisione. «L'ho trovato normativamente insoddisfacente» ha detto in commissione l'assessora Adriana Calì. Una delle modifiche prevede che il Comune dovrà sempre essere avvertito di nuove installazioni non solo su aree pubbliche ma anche su quelle private, in particolare sui tetti dei condominii. L'assessora ha anche annunciato che «incontrerà i gestori, non appena approvato il regolamento per avvertirli che lo scenario è completamente cambiato».
Vittorio Buongiorno
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