Anno nero per la criminalità pontina: indagini e casi risolti dopo anni, l'analisi della Corte d'Appello

Anno nero per la criminalità pontina: indagini e casi risolti dopo anni, l'analisi della Corte d'Appello
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Lunedì 24 Gennaio 2022, 05:05
L'ANALISI
Il 2021 nel complesso è stato dal punto di vista giudiziario un anno di risultati importanti nella lotta alla criminalità in provincia di Latina. La narrazione dei risultati è contenuta nella relazione della Procura generale della Corte di appello di Roma che ha recepito le informazioni della Procura del capoluogo pontino presentata all'inaugurazione dell'anno giudiziario con il sottotitolo di Latina e il Sud Pontino, mafie autoctone e mafie tradizionali.
I CLAN LOCALI
Ci sono state innanzitutto tre sentenze relative ad Alba pontina per una delle indagini che ha riconosciuto il reato di associazione mafiosa contestato al clan Di Silvio: al gruppo guidato da Armando sono state attribuite le caratteristiche di associazione, strutturata su base territoriale che ha operato avvalendosi della forza di intimidazione, del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà per commettere delitti contro l'incolumità individuale e acquisire la gestione di attività economiche, quali le principali piazze di spaccio, procurare voti in occasione di consultazioni elettorali acquisendo il controllo delle attività di propaganda. Alla fama criminale e all'esercizio della violenza si legge - si è accompagnata la capacità di penetrazione nei confronti di ambienti della politica e dell'amministrazione, evidenziatasi in una significativa ingerenza nella campagna elettorale di diversi candidati alle consultazioni amministrative del 2016 a Latina e Terracina, con episodi di compravendita del consenso elettorale.
Nei confronti dell'altra articolazione della stessa famiglia, che fa capo a Costantino Di Silvio e ai fratelli Travali, è stata portata a termine l'operazione Reset con arresti per traffico di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso e estorsioni pluriaggravate. Nella lista dei risultati raggiunti è inserita anche la riapertura dell'indagine sull'omicidio di Massimiliano Moro e la guerra criminale pontina, una lunga faida che aveva visto la contrapposizione armata tra organizzazioni avverse finalizzata all'egemonia criminale sul territorio. Un risultato raggiunto abbinando le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Pugliese e Riccardo alla rivisitazione degli elementi di prova acquisiti all'epoca dell'omicidio e, soprattutto, grazie alla completa ricostruzione delle dinamiche e del funzionamento del gruppo Di Silvio. La relazione cita inoltre Dirty Glass che ha ricostruito la rete relazionale dell'imprenditore Luciano Iannotta figura di primo piano nel contesto economico del porto turistico di Sperlonga e costruttore di un sistema fraudolento per il conseguimento di finanziamenti europei attraverso l'utilizzo di figure interne a articolazioni della pubblica amministrazione e di polizia giudiziaria e avvalendosi della forza di intimidazione dei Di Silvio.
SUD PONTINO
Con riferimento alla situazione della criminalità negli altri circondari del distretto, si conferma una plurima presenza criminale costituita sia da proiezioni delle mafie tradizionali sia da mafie autoctone. In relazione al mercato ortofrutticolo di Fondi viene citata la sentenza della Corte di Appello di Roma che ha confermato la condanna in sede di giudizio abbreviato per attribuzione fittizia di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia, autoriciclaggio e estorsione aggravata dal metodo mafioso in relazione alla società La Suprema quale strumento della famiglia D'Alterio che ha mantenuto il controllo di una significativa porzione del Mof.
Ha meritato una citazione anche l'operazione Anni Duemila contro due sodalizi operanti a SS Cosma e Damiano, Castelforte e comuni limitrofi accusati di associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, estorsione, rapina, organizzazione capeggiata da Antonio Antinozzi reduce dal sodalizio Mendico-Riccardi, gemmazione del clan dei Casalesi. Una guerra che continua insomma ma con importanti battaglie vinte.
Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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