Quella della loro famiglia è la storia della città, della nascita di una comunità intorno a quella terra bonificata, redenta dalle paludi malariche. Una storia di tanti anni fa, quando, dopo la guerra, le famiglie non si potevano permettere di comprare sempre scarpe nuove, e le calzature dovevano resistere per anni e anni. E infine, la storia del boom, dell’apertura di negozi, nel centro di una città in piena ripresa economica. Un altro tassello di quella storia di famiglia e comunità di Latina, è scomparso ieri, con la morte, all’età di 88 anni, di Alfredo Marzolla, storico negoziante di calzature di Latina, con una storia legata alla nascita stessa di Littoria prima e alla crescita di Latina poi.
Alfredo giunge a Tor Tre Ponti con la famiglia, nel 1933, all’età di appena due mesi, dalla natia Rovigo. Il papà Primo e la mamma Bruna hanno altri figli: Vittorio, Secondo e Umberto, venuti via via al mondo. Fabbricano scarpe per tutti quei pionieri giunti in terra pontina, seminatori di terreni rubati alla malaria, costruttori di città basate su fondamenta sottratte all’acqua: sono loro ad avere bisogno di calzature forti, robuste, destinate a resistere. «Sotto avevano il legno - ricorda Umberto, il fratello minore di Alfredo - fermato con i chiodi, e davanti e dietro due piccoli ferri, per non farlo consumare».
«Avevamo dietro una grande cesta, in cui mettevamo anche i cappelli di paglia da vendere». La mamma Bruna, invece, si dedicava soprattutto ai mercati. Arrivano gli anni ’60, il boom economico: Alfredo si sposa e decide di aprire un negozio di scarpe nel centro della città, in via Emanuele Filiberto, rimasto aperto fino al 2005. Insieme a quello, anche un negozio dedicato solo alle scarpine per i bimbi. Ora la famiglia ha di nuovo ripreso in affitto quei locali, dove fino al 2005, c’era stato il negozio di Alfredo, e da lì, di nuovo, riparte la storia della famiglia, e della città. I funerali si svolgeranno oggi alle 15.30 presso la parrocchia di Santa Domitilla in Latina, dove amici e parenti potranno, sempre rispettando le vigenti norme, salutare Alfredo Marzolla.
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