Accusato di rapina, un neo lo salva 15 anni dopo. La sentenza di Cassazione

Accusato di rapina, un neo lo salva 15 anni dopo. La sentenza di Cassazione
di Stefano Cortelletti
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Sabato 16 Aprile 2022, 10:41

Era stato accusato di una serie di reati commessi nel marzo 2007, ma a salvarlo è stato un neo. Un difetto della pelle gli ha risparmiato una condanna a tre anni per rapina aggravata, estorsione aggravata e tentata estorsione in concorso. Protagonista un 37enne egiziano ma nato a Velletri Yasine Slimani, accusato di aver impugnato una pistola e minacciato di morte una prostituta sulla Pontina, colpendola al volto e derubandola di 50 euro, per poi tornare dopo qualche giorno sempre dalla stessa donna, insieme ad altre persone, e minacciandola affinché le consegnasse ogni giorno 50 euro. Già al processo di primo grado erano emerse una serie di incongruenze. La vittima aveva riconosciuto il suo presunto aguzzino tramite foto segnaletica, ricordando nettamente la presenza di un neo sul volto dell'aggressore, «neo che invece mancava sulla fotografia che ritraeva l'imputato», fa notare il giudice.

La corte si era convinta che la guancia riportante il neo «fosse coperta nell'immagine fotografica, o che la persona offesa fosse priva di competenze mediche che inducessero a ravvisare un neo». C'è anche un altro problema: la vittima aveva detto che il suo aggressore si chiamava Andrea, che era albanese, aveva 30 anni ed era «di corporatura robusta, alto 1.75 e con capelli corti scuri». Tuttavia «Slimani non si chiama Andrea, è egiziano, è alto 1.85, calvo, pesa 130 kg e al momento dei fatti aveva 21 anni», precisa ancora il giudice di Cassazione. Manca, insomma, la prova della responsabilità.
In appello questa differenza di dettagli era emersa, ma la vittima si era giustificata con il lungo lasso di tempo trascorso. Il dato obiettivo a carico di Slimani è costituito dalla circostanza che il veicolo col quale l'aggressore della prostituta si era recato da lei in occasione dei fatti oggetto di processo era intestato all'imputato. Per questo la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna e disposto un nuovo giudizio, a 15 anni dai fatti.
St.Cor.
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