Ucraina, il comico Zelensky è il nuovo presidente con il 73% dei voti. Poroshenko: non abbandono la politica

Ucraina, il comico Zelensky è il nuovo presidente con il 73% dei voti. Poroshenko: non abbandono la politica
3 Minuti di Lettura
Domenica 21 Aprile 2019, 19:29 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 02:11

È il comico Vladimir Zelensky il nuovo presidente ucraino. «Grazie a tutti, non vi deluderò mai». Vladimir Zelensky ce l'ha fatta, l'ex comico è diventato presidente in pectore a valanga. Gli exit-poll sono stati infatti confermati dai voti veri e l' Ucraina ora si prepara a cambiare pagina.
 

 


 Le aspettative sono altissime, date le promesse - senza troppi dettagli - elargite a destra e a manca in campagna elettorale. I leader mondiali hanno fatto a gara a congratularsi con lui e i messaggi sono piovuti copiosi da Washington, Bruxelles, Parigi e Berlino. Ma non da Mosca. «È troppo presto per parlare di congratulazioni di Putin a Zelensky», ha commentato il portavoce del Cremlino, che ha rilasciato una dichiarazione nel pomeriggio inoltrato in palese e smaccato ritardo.

«Lo giudicheremo dalle sue azioni», ha detto Dmitri Peskov sottolineando come sul voto pesi come un macigno l'esclusione degli oltre tre milioni di ucraini residenti in Russia. Lo spettacolo democratico dell'alternanza del potere non è d'altra parte passato inosservato nel Paese dove il presidente è saldamente in sella da quasi 20 anni, tant'è vero che Alexei Navalny, il blogger ormai leader dell'opposizione, si è complimentato con gli ucraini per la regolarità del voto, «raro dalle nostre parti». Non ha caso lo stesso Zelensky si è rivolto ai 'vicinì dello spazio ex-sovietico esortandoli a prendere esempio dall' Ucraina: «tutto è possibile».

Ecco, il commento piccato del Cremlino forse si può spiegare anche da questo punto di vista. Sta di fatto che per Zelensky ora inizia il lavoro vero. Le analisi post-voto si sprecano e c'è chi, come Vladimir Pastukhov, ricercatore presso l'University College di Londra, va oltre la lettura del voto di protesta contro tutto e tutti e sottolinea come la posizione radicale post-rivoluzionaria della lotta senza quartiere a Mosca sia di fatto appoggiata «da un terzo della popolazione» e che la maggioranza, dopo cinque anni di guerra, sia «pronta a un compromesso» pur di tornare a un vita normale. Zelensky insomma più che un fantoccio del Cremlino sarebbe solo espressione di un'ala più moderata della società. Si vedrà. L'ex comico ha promesso ora «una guerra d'informazione» contro la Russia sul Donbass e questo, secondo il noto politologo russo Evgheny Minchenko, per Mosca equivale a una sfida. «Zelensky fa parte di una nuova generazione, ha una squadra creativa capace di dar vita a un prodotto più interessante».

Di nuovo, si vedrà. Ora la prima sfida è innervare la verticale del potere ucraino, nominare nuove cariche (come il procuratore generale) e, sopratutto, trovare un'intesa col Parlamento. Le elezioni politiche infatti sono in calendario per ottobre e in aula Zelensky non ha uomini suoi. E dunque i suoi provvedimenti potrebbero tutti essere bloccati. Yulia Timoshenko, ex premier e zarina del gas gran esclusa al primo turno delle presidenziali, ha già detto che ora il governo dovrebbe «dimettersi» perché il Paese ha votato per il cambiamento e l'esecutivo «non può stare lì altri sei mesi». Lei in Parlamento di deputati ne ha eccome e già sente profumo di accordo. Anche questa è democrazia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA