LA GUERRA

Cnn: 3 soldati Usa uccisi in attacco in Giordania. Biden: «Morti patrioti, troveremo i responsabili»

Nel 115° giorno della decima guerra fra israeliani e palestinesi nuovi tentativi in Francia di bloccare i bombardamenti e i raid

Gaza, oggi trattative a Parigi per una tregua e il rilascio degli ostaggi. In quasi 4 mesi di attacchi, l'80% dei tunnel è ancora operativo

Netanyahu: incontro a Parigi costruttivo, ma restano divari

«L'incontro è stato costruttivo ma ci sono ancora divari significativi tra le parti che saranno discussi in altri incontri in questa settimana». Lo ha detto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu sulla riunione svoltasi a Parigi per una intesa sul rilascio degli ostaggi israeliani.

Biden: morti 3 patrioti Usa, perseguiremo i responsabili

«I tre militari americani che abbiamo perso erano patrioti nel senso più alto e il loro sacrificio estremo non sarà dimenticato dalla nostra nazione»: lo afferma il presidente Joe Biden in una nota sull'attacco con droni in Giordania contro una postazione Usa, promettendo che «porteremo avanti il loro impegno nella lotta al terrorismo». «E non abbiate dubbi: chiederemo conto a tutti i responsabili nel momento e nel modo che sceglieremo», ha aggiunto.

Tre soldati Usa uccisi in un attacco con droni in Giordania

Tre soldati Usa sono stati uccisi in un attacco con droni in Giordania: lo riferisce la Cnn.

 

Biden valuta stop fornitura di alcune armi a Israele

L'amministrazione Biden sta valutando di rallentare o sospendere la fornitura di alcune armi offensive a Israele come leva per convincere il governo Netanyahu a ridurre l'offensiva militare a Gaza. Lo riporta Nbc News citando tre dirigenti americani e un ex, e precisando che non è stata presa alcuna decisione. Il Pentagono, su ordine della Casa Bianca, ha però già esaminato quali armi richieste da Israele potrebbero essere utilizzate come leva. Tra queste ci sono i proiettili di artiglieria da 155 mm e le 'joint direct attack munitions' (Jdam), kit di guida che convertono bombe stupide in munizioni a guida di precisione. Le fonti hanno riferito che è probabile che l'amministrazione Usa continui invece a fornire altri kit di conversione che rendono le munizioni israeliane più precise. Le stesse fonti hanno aggiunto che probabilmente gli Usa non rallenteranno la consegna di sistemi di difesa aerea, benché l'idea sia stata presa in considerazione, così come altri sistemi in grado di difendere i civili e le infrastrutture israeliane dagli attacchi. L'amministrazione si concentra sull'equipaggiamento militare offensivo nella revisione di ciò che potrebbe eventualmente trattenere o ritardare.

Abu Mazen: "Ingiusta la campagna contro l'Unrwa, Israele vuole liquidare la questione dei rifugiati palestinesi"

La presidenza di Abu Mazen ha condannato «l'ingiusta campagna» condotta da Israele contro l'Unrwa che «mira a liquidare la questione dei rifugiati palestinesi» in contraddizione con quanto stabilito dall'Onu nel 1949. La presidenza - citata dalla Wafa - ha poi chiesto ai Paesi che hanno preannunciato il taglio dei fondi di «ritirare la propria posizione» in attesa «della fine delle indagini» sui 12 impiegati licenziati per sospetti legami con Hamas. Infine ha denunciato che «il vero obiettivo della campagna di Israele è togliere il ruolo dell'Unrwa a Gaza nel dopoguerra».

Dieci nazioni attorno al tavolo a Parigi: rilascio degli ostaggi e cessate il fuoco

«Il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco, la revisione dell'Autorità Palestinese e la normalizzazione dei rapporti fra Arabia Saudita con Israele in cambio della creazione di uno Stato palestinese». Sono le «tre condizioni a cui stanno lavorando alti funzionari di almeno 10 diverse amministrazioni, guidati dagli Stati Uniti e che comprendono Israele e alcuni Paesi arabi», secondo quanto scrive il New York Times, precisando che questo gruppo di funzionari e diplomatici stanno cercando di trovare «soluzioni» per «porre fine alla guerra a Gaza», ma soprattutto «rispondere alla domanda su come sarà governato il territorio una volta cessati i combattimenti».

L'obiettivo sarebbe quello di «instaurare un governo stabile nella Striscia dopo il conflitto», e questo comporterebbe un «rimodellamento dell'Autorità Palestinese», ma in questo contesto «non è chiaro come Hamas possa essere persuaso a farsi da parte». Il New York Times sottolinea che nei colloqui dei funzionari emerge l'ipotesi «del trasferimento del potere all'interno dell'Autorità Palestinese dal presidente in carica, Abu Mazen ad un nuovo primo ministro, lasciando al contempo al presidente in carica un ruolo cerimoniale». Il tutto andrebbe di pari passi con «l'invio di una forza araba di mantenimento della pace a Gaza per sostenere la nuova amministrazione palestinese». Tra le ipotesi emerse - continua il quotidiano americano - c'è quella che Abu Mazen venga sostituito «da Salam Fayyad, un professore di Princeton accreditato di aver modernizzato l'Autorità durante un periodo come primo ministro dieci anni fa, o da Nasser al-Kidwa, un ex inviato palestinese alle Nazioni Unite che ha rotto con Abu Mazen tre anni fa». Ma i diplomatici dicono che l'attuale presidente palestinese «stia spingendo per un candidato su cui avere maggiore influenza, come Mohammad Mustafa, il suo consigliere economico di lunga data».

Capo Mossad a Parigi per discutere intesa sugli ostaggi

Il capo del Mossad David Barnea è arrivato a Parigi per incontrare in giornata delegazioni degli Usa, del Qatar e dell'Egitto su un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi a Gaza. Lo hanno confermato 3 fonti citate da Haaretz. Barnea vedrà il direttore della Cia Bill Burns, i premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel. Sul tavolo negoziale una pausa nella guerra di 2 mesi in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi.

Guterres (Onu): "Per 12 dipendenti dell'Unrwa eventualmente complici di Hamas non si può affamare la popolazione di Gaza"

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres promette conseguenze legali in seguito alle accuse a carico di 12 dipendenti dell'Unrwa di coinvolgimento negli attacchi contro Israele lo scorso sette ottobre. «Qualunque dipendente coinvolto in azioni di terrore sarà chiamato a rispondere, anche con inchieste penali», ha dichiarato, in una nota dell'Onu. L'Uffico di controllo interno delle Nazioni Unite ha aperto una inchiesta. Fino a ora nove dei 12 dipendenti dell'agenzia accusati da Israele di coinvolgimento con gli attacchi di Hamas sono stati identificati e licenziati immediatamente. Un decimo è stato dichiarato morto e l'identità dei rimanenti due è al vaglio degli inquirenti. «Le decine di migliaia di uomini e donne che lavorano per l'Unrwa, molti dei quali in alcune delle situazioni più difficili per operatori umanitari, non devono essere penalizzati. Le necessità essenziali di una popolazione disperata che cercano di alleviare devono essere prese in carico», ha aggiunto, sollecitando i Paesi che hanno sospeso il loro contributo all'agenzia, fra cui l'Italia, a garantire la continuità del suo operato.

Unrwa, il direttore Lazzarini: "Fondi tagliati? Oltre un milione di persone nella Striscia resterà senza cibo e rufugi"

Dopo la sospensione dei finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, il direttore Philippe Lazzarini anticipa lo stop alle operazioni per la distribuzione di aiuti da cui due milioni di persone a Gaza dipendono. «Nove Paesi hanno sospeso provvisoriamente i loro finanziamenti all'Unrwa. Queste decisioni minacciano la nostra opera umanitaria nella regione, incluso e in modo particolare nella Striscia di Gaza», ha dichiarato. L'Unrwa gestisce rifugi per più di un milione di persone e fornisce cibo e cure mediche di base. «I palestinesi di Gaza non avevano bisogno di questa ulteriore punizione collettiva», ha sottolineato. Paesi come l'Italia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno sospeso i finanziamenti all'agenzia dopo la diffusione della notizia, da parte di Israele, che 12 dipendenti dell'agenzia, subito licenziati, sarebbero stati coinvolti negli attacchi dello scorso 7 ottobre.

Israele chiede le dimissioni del direttore dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati Unrwa

Il ministro degli Esteri israeliano sollecita anche le dimissioni del direttore dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati Unrwa, dopo le accuse che hanno portato nove Paesi, fra cui l'Italia, a sospendere i finanziamenti. Israele aveva denunciato che 12 dipendenti dell'Unrwa erano stati coinvolti negli attacchi dello scorso sette ottobre. «Lazzarini, per cortesia si dimetta», ha scritto Israel Katz. Il portavoce del governo, Eylon Levy, ha accusato l'agenzia di essere una «copertura» per Hamas.

Diretta della decima guerra fra israeliani e palestinesi, oggi 28 gennaio: nel 115° del conflitto a Parigi incontro fra rappresentanti del governo di Tel Aviv e di Hamas per giungere a una tregua in cambio della liberazione dei 110 ostaggi catturati dai miliziani palestinesi il 7 ottobre. Quel giorno Hamas trucidò oltre 1.300 civili israeliani scatenando la reazione di Israele che da allora ha causato la morte nella Striscia di 25mila persone, una vasta parte delle quali composta da minorenni. I feriti sono oltre 60mila e le condizioni di vita fra le macerie sono terribili. Inoltre gli attacchi israeliani non avrebbero messo fuori uso che il 20% della rete di tunnel che Hamas ha realizzato nella Striscia. 

I negoziatori guidati dagli americani si stanno avvicinando a un accordo in base al quale Israele sospenderebbe la guerra a Gaza per circa due mesi in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi ancora detenuti da Hamas: lo scrive il New York Times riferendo che l' accordo che potrebbe essere siglato nelle prossime due settimane.

I negoziatori hanno sviluppato una bozza scritta di accordo che fonde le proposte avanzate da Israele e Hamas negli ultimi 10 giorni in una intesa di base che sarà oggetto di colloqui domenica a Parigi.

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