Negato il braccialetto elettronico a Niccolò Figà-Talamanca
Niccolò Figà-Talamanca, arrestato venerdì scorso a Bruxelles nell'ambito delle indagini in corso in Belgio per presunta corruzione, per ora resta in prigione. La procura federale ha infatti presentato ricorso contro la decisione con cui ieri la camera di consiglio aveva deciso di riconoscere a Figà-Talamanca il braccialetto elettronico. Lo ha reso noto, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Belga, Eric Van Duyse, portavoce della procura federale.
Inquirenti: gruppo molto ampio dedito a corruzione
Nell'indagine della magistratura belga sul Qatargate sarebbe stato individuato un gruppo «indeterminato e molto ampio» dedito alla consumazione di fatti «di corruzione, operante all'interno di strutture europee con o senza legami con l'Unione Europea». Fatti di corruzione legati a «ingenti somme di denaro» in cambio della «propria attività». È quanto emerge dal decreto della Procura di Milano con il quale, su delega del giudice istruttore di Bruxelles, sono stata effettuate una serie di perquisizioni, tra cui una nell'abitazione di famiglia di Antonio Panzeri, ex eurodeputato, e una in quella del suo ex collaboratore Giorgi.
Panzeri e Atmoun lavorarono insieme al pe nel 2017
L'ex eurodeputato Antonio Panzeri e l'attuale ambasciatore del Marocco a Varsavia Abderrahim Atmoun, citato nelle carte della procura belga sul Qatargate per i rapporti con il patron della ong Fight Impunity, lavoravano insieme nel 2017: il primo come presidente della commissione per i problemi economici e monetari del Pe, il secondo in qualità di copresidente della commissione parlamentare mista Marocco-Ue.
Fonti intelligence: anche Aise e Aisi hanno collaborato
Tra i servizi europei che hanno collaborato alla fase di intelligence ci sono anche le due agenzie italiane, per i rispettivi ambiti di competenza. È quanto si apprende da fonti di intelligence riguardo all'attività condotta dai servizi di sicurezza belgi nell'ambito del cosiddetto 'Qatargatè.
Cozzolino: profondamente indignato, io estraneo alle indagini
«Sono profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle istituzioni europee. Personalmente sono del tutto estraneo alle indagini: non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede. Inoltre non ho mai incontrato persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza, né tanto meno ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica». Lo dichiara l'europarlamentare Andrea Cozzolino in merito all'inchiesta Qatargate.
Europarlamentari a libro paga per favorire l'Emirato. Si apre una nuova pista investigativa nella maxi-inchiesta sul Qatargate e il cuore dell'Europa continua a tremare, temendo che quanto è emerso finora sia solo la punta dell'iceberg di un sistema di pressioni e corruzione ben più radicato. Intanto, la prima udienza per i quattro fermati davanti alla camera di Consiglio del tribunale di Bruxelles ha restituito i primi pronunciamenti della giustizia belga: l'ex eurodeputato Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, compagno dell'ex presidente del Parlamento europeo Eva Kaili, resteranno ancora in carcere per almeno un mese, mentre Niccolò Figà-Talamanca potrà uscire sotto regime di sorveglianza elettronica. Resta invece in sospeso il destino della politica ellenica, che ha chiesto e ottenuto il rinvio della decisione al 22 dicembre prossimo.
Eva Kaili: sono innocente, non diventerò Ifigenia
«Non diventerò Ifigenia».