Punta di freccia di 3mila anni trovata in Svizzera, è stata realizzata con il ferro di un meteorite caduto in Estonia

Il reperto, recuperato durante gli scavi del XIX secolo, è oggi al centro di uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science

La punta di freccia al centro dello studio pubblicato dal Journal of Archaeological Science
di Simona Antonucci
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Mercoledì 9 Agosto 2023, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 20:02

Un oggetto prezioso, con proprietà magiche. Che prima di arrivare alla palafitte di Mörigen, nel territorio del comune svizzero del Canton Berna, che conta oggi 891 abitanti, ha percorso più di 1600 chilometri, forse seguendo la cosiddetta via dell’ambra, insieme con altre merci. Si tratta di una punta di freccia (39 millimetri), dell’Età del Bronzo, tra il 900 e l’800 a.C., realizzata con il ferro di un meteorite atterrato in Estonia e arrivato in Svizzera dopo un lungo viaggio.

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Il Museo di Storia Naturale di Berna

Una scoperta importante perché indica che il ferro meteoritico venisse commercializzato in Europa già dall’800 a.C.

o addirittura prima. Il meteorite, secondo i ricercatori del Museo di Storia Naturale di Berna, non era caduto nelle vicinanze. I marcatori chimico-fisici hanno consentito di stabilire che il metallo celeste sia giunto, con elevata probabilità, appunto dall’Estonia, dove, proprio nell’Età del Bronzo, era caduto un bolide che presenta le stesse caratteristiche fisico-chimiche dell’arma trovata in Svizzera.

Journal of Archaeological Science

Il reperto, recuperato durante gli scavi del XIX secolo, è oggi al centro di uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science perché evidenzia particolari inediti sugli usi e i costumi dei nostri antenati: nei villaggi palafitticoli dell’Età del Bronzo nei laghi svizzeri, mentre la maggior parte degli abitanti dedicava il proprio tempo all’agricoltura, alla caccia e alla pesca, ci sono prove - tra cui gli stampi per la fusione del bronzo trovati a Mörigen - che alcune persone avevano invece sviluppato competenze specializzate. “Prove di un uso precoce del ferro meteoritico sono estremamente rare”, si legge nel comunicato stampa che accompagna la scoperta.

I pugnali dei faraoni

In quell’epoca l’uomo non aveva ancora iniziato a fondere il ferro dai minerali di ossido e le uniche, rarissime armi in ferro, come i pugnali di alcuni faraoni, venivano realizzate facendo ricorso ai “doni del cielo”, nei campi di impatto dei meteoriti. Oggetti realizzati con ferro meteoritico erano stati trovati in Turchia, Grecia, Siria, Iraq, Libano, Egitto, Iran, Russia e Cina, mentre in Europa centrale e occidentale erano stati scoperti solo in due siti, entrambi in Polonia. «La ricerca di manufatti in ferro meteoritico è stata eseguita nelle collezioni archeologiche nell’area intorno al lago di Bienne, in Svizzera», spiegano gli studiosi, «ed è stato identificato un singolo oggetto in ferro meteoritico». In precedenza gli esperti pensavano che il ferro utilizzato nella punta della freccia provenisse dal meteorite di Twannberg, caduto sulla Terra a pochi chilometri dalla palafitta. Tuttavia, l’analisi del ferro ha dimostrato che i materiali non fossero assimilabili. La freccia o il metallo da cui essa è composta doveva arrivare da molto più lontano.

Kaalijarv, in Estonia

In Europa sono noti solo tre meteoriti con una composizione chimica simile alla freccia, ma i ricercatori sostengono che la fonte più probabile sia stata quella di Kaalijarv, in Estonia, poiché il meteorite ha colpito intorno al 1500 a.C. e “ha prodotto molti piccoli frammenti”. Alcuni di questi frammenti si sarebbero poi spostati a sud-ovest verso la Svizzera lungo le rotte commerciali, ha dichiarato alla Cnn l’autore principale dello studio, Beda Hofmann, capo del dipartimento di Scienze della Terra del Museo di Storia Naturale di Berna.

Le perle di vetro dall'Egitto

“Il commercio attraverso l’Europa durante l’età del bronzo è un fatto consolidato: ambra dal Baltico (come la punta di freccia, presumibilmente), stagno dalla Cornovaglia, perle di vetro dall’Egitto e dalla Mesopotamia. Probabilmente ci voleva un po’ più di tempo rispetto a oggi e le masse erano poche tonnellate e non milioni”, ha aggiunto Hofmann. “La piccola dimensione di tali oggetti sembra essere legata allo sfruttamento di numerose “schegge” risultanti dall’impatto del meteorite Kaalijarv, ma potrebbero essere stati usati anche blocchi più grossi per realizzare manufatti di dimensioni maggiori”, proseguono gli studiosi. Altri manufatti dell’Età del Bronzo realizzati con meteoriti, in particolare quelli piccoli dall’aspetto molto piatto come gli “scalpelli” nella tomba di Tutankhamon, saranno oggetto di analisi comparative per stabilire se anch’essi siano stati ricavati dal meterorite estone”.

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