La Polonia aggiorna il suo arsenale militare con l’arrivo dagli Stati Uniti dei primi 20 lanciarazzi multipli Himars, ordinati nel 2019 e pagati da Varsavia 414 milioni di dollari (circa 380 milioni di euro). «Ho avuto colloqui con il produttore dei lanciarazzi e con il segretario della Difesa degli Stati Uniti e sono ottimista circa il prossimo ordine di Himars», ha dichiarato il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak. In totale dovrebbero essere consegnati circa 500 Himars, così come deciso dal Congresso degli Stati Uniti, e il valore complessivo della fornitura ammonta a 10 miliardi di dollari. «La dotazione migliorerà gli obiettivi militari della Polonia in termini di rinnovamento delle sue capacità, rafforzando al contempo l’interoperabilità con gli Stati Uniti e gli altri alleati», ha dichiarato in un comunicato la Defense security cooperation agency (Dsca) statunitense.
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Al confine
La richiesta di lanciarazzi americani da parte della Polonia risponde alla necessità di ampliare le proprie capacità di difesa, in risposta alle minacce del presidente Vladimir Putin dopo l’invasione dell’Ucraina. E infatti Varsavia ha deciso di schierare il primo Himars proprio al confine con l’enclave russa di Kaliningrad, strategia che verrà presto rafforzata con l’acquisto di centinaia di razzi a lancio multiplo (MLRS). «Queste armi saranno dispiegate nella regione nord-orientale del nostro Paese.
Aiuti a Kiev
La Polonia, come approfondisce un’analisi dell’Ispi, gioca un ruolo chiave nel conflitto, spingendo l’Unione europea a fornire maggiori aiuti a Kiev e mettendosi alla testa di un fronte che raccoglie tutta l’Europa centro-orientale con la sola eccezione dell’Ungheria. I leader polacchi sono stati determinanti nel persuadere Berlino in merito alla necessità di fornire all’Ucraina carri armati moderni e, in generale, nel mettere l’Europa di fronte al fatto che l’aggressione russa non potesse essere derubricata a conflitto locale: «L’Ucraina non sarà lasciata sola in questo scontro, perché combatte per tutti noi», ha affermato il presidente polacco Andrzej Duda durante il recente Summit for Democracy. Parole accompagnate dai fatti. Il premier Mateusz Morawiecki è stato uno dei tre leader dell’Europa centro-orientale a recarsi a Kiev a tre settimane dall’invasione per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. Insieme a lui c’erano gli omologhi sloveno, Janez Janša, e ceco Petr Fiala. Duda si è recato a Kiev nell’aprile 2022, mentre i missili continuavano a cadere sulla città, e il suo nome è inciso lungo il Sentiero dei coraggiosi, dedicato ai leader politici che hanno visitato la capitale assediata. Il governo polacco, sottolinea l’Ispi, è stato determinante negli sforzi per persuadere Berlino della necessità di fornire all’Ucraina carri armati moderni: «Non guarderemo l’Ucraina dissanguarsi», il commento di Morawiecki di fronte alle esitazioni tedesche, sfidando le restrizioni alla riesportazione volute da Berlino.
Le minacce
Periodicamente la Russia invia minacce alla Polonia, l’ultima è firmata da Dmitry Medvedev, ex presidente russo da sempre considerato uno dei falchi del Cremlino: «Se dovesse scoppiare una terza guerra mondiale, il destino della Polonia sarebbe quello di scomparire insieme al suo stupido primo ministro». Varsavia è una delle cancellerie più ostili alla Russia, tanto da aver spinto più di una volta per un intervento diretto della Nato al fianco dell’Ucraina, e dal punto di vista geografico la Polonia è uno dei Paesi più esposti alla minaccia russa. Venerdì scorso un oggetto non autorizzato è entrato nello spazio aereo polacco, proveniente dalla vicina Bielorussia, il ministero ha fatto sapere che si trattava di un pallone di osservazione che ha sorvolato la capitale. «Mai la guerra ci è stata così vicina, mai stata così tangibile - ha dtto Duda - Crea tante situazioni diverse, difficili, tante provocazioni, anche quelle a cui assistiamo nelle ultime ore». Per questo, rendendosi conto che la produzione di Himars ordinati agli Usa potrebbe richiedere più tempo del previsto, il governo ha stretto un accordo con un produttore di missili sudcoreano per la fornitura di circa 300 K239 Chunmoo MLRS, che hanno caratteristiche tattiche e tecniche simili ai sistemi statunitensi. I primi K239 Chunmoo MLRS dovrebbero essere consegnati entro la fine dell’anno e secondo la pubblicazione specializzata polacca Defense24 una delle condizioni dell’accordo è il trasferimento di tecnologia per la localizzazione parziale della produzione di questi sistemi in Polonia.
Forniture coreane
Varsavia ha recentemente annunciato una serie di accordi con la Corea del Sud per l’acquisto di quantità significative di armi, tra cui i sistemi di artiglieria semovente K9 Thunder, i carri armati K2 Black Panther e gli aerei da combattimento FA-50. Alcuni di questi accordi prevedono la possibilità di localizzare la produzione di armi sudcoreane presso imprese polacche e il valore totale di questi accordi ammonta a miliardi di dollari. Queste mosse della Polonia dimostrano la determinazione delle intenzioni di rafforzare le proprie capacità di difesa a fronte delle crescenti tensioni. Varsavia cerca di garantire la massima efficienza per respingere possibili aggressioni e, in questo contesto, l’acquisto di sistemi missilistici americani e sudcoreani è una parte importante della strategia. Allo stesso tempo, questi interventi potrebbero provocare una dura reazione da parte della Russia, che ha ripetutamente protestato contro il dispiegamento di nuovi sistemi missilistici statunitensi in Europa. Tuttavia, in una situazione di accresciuta tensione internazionale, la Polonia sembra ritenere giustificato e necessario tale passo per garantire la sicurezza nazionale.
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