New York: Il virus tarda le consegne cinesi? Rinasce l'industria tessile locale

New York: Il virus tarda le consegne cinesi? Rinasce l'industria tessile locale
di Anna Guaita
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Martedì 10 Marzo 2020, 01:10 - Ultimo aggiornamento: 15:18
NEW YORK – Nel deprimente panorama economico che si accompagna alla diffusione del coronavirus, inaspettatamente si accendono lumicini di speranza. Qui a New York il blocco delle consegne di prodotti tessili dalla Cina sta generando un’apparente rinascita nel Garment District di New York. I laboratori del distretto manifatturiero contenuto fra la 34esima e la 42esima Strada di Manhattan fremono di attività: «Siamo tornati al ritmo del 1981» spiega alla stazione tv NY1 il piccolo imprenditore tessile George Kabezian.

Creatori di moda e grandi magazzini sono calati sul Garment District a chiedere aiuto, dopo che le navi dall’Asia sono arrivate mezze vuote. Almeno duecento fra creatori di moda e grandi magazzini, che non ricevono consegne da un mese e mezzo, si sono ritrovati senza le collezioni primaverili, e stanno cercando di rimediare almeno per quelle autunnali: «Ci chiedono 10 mila, 5 mila pezzi d’un sol colpo!» aggiunge Kabezian. «E’ un’opportuntà incredibile per l’industria tessile nazionale» sostiene Mercedes Gonzalez, direttrice delle Global Purchasing Companies.

Finita la settimana della moda, all’inizio di febbraio, tante sarte pensavano di non avere più lavoro. E invece sono venute le assunzioni per riparare alle mancate consegne asiatiche: «Non voglio dire che il virus sia un bene – ha detto una sarta appena assunta dalla ditta Mary-Nez -. Ma sta avendo delle ricadute collaterali positive, perchè qui il lavoro cresce».




 
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