«La componente marittima è vitale» per il rilancio dell'operazione Sophia, affinché possa effettuare un monitoraggio efficace sull'embargo Onu delle armi alla Libia. Così l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell. Ma dopo alcune settimane di riunioni del Comitato politico e sicurezza (Cps), gli Stati membri sono riusciti a trovarsi d'accordo solo su un rafforzamento aereo della missione. Ad opporsi alla componente navale sono Austria e Ungheria, che temono un possibile 'pull factor'. «L'Austria esprime grande preoccupazione per gli effetti collaterali» legati all'aspetto migratorio, ha spiegato Borrell. «Ma i dati mostrano che, negli anni, l'operazione Sophia non ha prodotto questi effetti: il numero dei migranti ad aver attraversato il Mediterraneo non è aumentato. Al contrario - evidenzia - è diminuito». Anche la riunione del Cps di oggi ha registrato una fumata nera. La discussione su Sophia dovrebbe riprendere domani tra gli ambasciatori presso l'Ue (Coreper), ma è probabile che alla fine saranno i ministri degli Esteri dell'Ue a doverne discutere, alla riunione del 17 febbraio.
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