Allarme guerra ibrida e disinformazione, attacchi di potenze straniere per piegare l’esito del voto e modellare l’opinione pubblica. Nel 2024 si voterà in 76 Paesi del mondo che pesano per la metà del Pil globale e per il 51 per cento della popolazione. Spiega il direttore generale del Dis, Elisabetta Belloni: «Il tema della disinformazione in vista degli appuntamenti elettorali è all’ordine del giorno, cerchiamo di contribuire all’adeguamento della normativa».
Rischi
Ci saranno le elezioni europee, che decideranno gli equilibri della Ue, mentre a novembre gli Usa sceglieranno il presidente per i prossimi quattro anni. Di fronte a questo scenario la relazione annuale dell’intelligence, presentata ieri, lancia l’allarme: dobbiamo preoccuparci non solo delle guerra in corso, quelle in cui muoiono persone in carne ed ossa, ma anche di quelle ibride, fatte a colpi di disinformazione, da cui si potranno decidere anche gli esiti delle prime. E in questo Mosca è particolarmente attiva con «campagne cyber malevole nei confronti dell’Occidente portate avanti da gruppi pro Russia in danno di quei paesi che supportano Kiev. Tali attacchi hanno natura sia spionistica che dimostrativa, in risposta all’appoggio politico, militare e diplomatico all’Ucraina». Il futuro prossimo, ma forse sarebbe meglio dire il presente, propone una minaccia ancora più insidiosa: l’Ai, l’intelligenza artificiale, renderà più facile creare audio e video credibili ma fasulli, in cui distinguere tra vero e falso sarà (anzi è) quasi impossibile.
Troll e oltre
Uno dei cavalli di battaglia dei troll e della disinformazione russa è la colpevolizzazione della Nato per l’aggressione di Mosca ai danni dell’Ucraina. Zelensky ha preannunciato una lista di propagandisti al soldo del Cremlino operativi in Italia. Su questo, nel corso della presentazione della relazione dei servizi segreti, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dice: «Quando arriverà l’elenco, lo esamineremo, nel nostro quadro conoscitivo che è già ricco e consolidato». Mantovano propone un esempio di un recente e maldestro tentativo russo di disinformazione: «L’intelligence si è occupata del modo in cui dei canali social filorussi hanno provato ad accreditare l’idea, assolutamente infondata, che la protesta dei trattori derivasse dagli effetti economici del sostegno dell’Italia all’Ucraina. Un tentativo goffo, un flop, ma dà l’idea della sfida in corso». Altri episodi fin troppo evidenti: lo strano dialogo che seguiva un canovaccio naïf di Putin con una giovanissima e benevola studentessa italiana e l’anomalia della notizia del pilota russo fuggito dalla guerra e ucciso in Spagna anticipata dal sito (italiano) “Il Corrispondente”. L’attenzione sarà ancora più alta tenendo conto che l’Italia avrà la presidenza del G7. I Servizi segreti, per arginare la «minaccia ibrida» che vede protagonista anche la Cina, stanno ad esempio vigilando sui social. Mantovano: «Il compito dell’intelligence non sarà mai controllare le idee pubblicate on line. Ciò su cui i servizi concentrano l’attenzione è la verifica della genuinità dei processi, la tracciabilità delle informazioni l’autenticità dei profili social che producono e minacciano». E qui si torna alle famigerate fabbriche dei troll, specialità della casa in Russia, ma anche agli attacchi hacker. Aggiunge il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini: «Dobbiamo darci strumenti per ricercare una reazione efficace alla disinformazione».