Grano, accordo segreto tra Egitto e Russia: Il Cairo compra mezzo milione di tonnellate di cereali da Mosca

La rivelazione è dell'agenzia Reuters

Grano, accordo segreto tra Egitto e Russia: Il Cairo compra mezzo milione di tonnellate di cereali da Mosca
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 4 Settembre 2023, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 08:55

L'aggressione della Russia ai danni dell'Ucraina ha avuto come effetto collaterale lo stop dell'esportazione del grano, con il rischio di portare alcune aree del mondo, soprattutto in Africa, alla fame. Fino a un mese fa era in vigore un accordo che consentiva all'Ucraina di fare partire le navi mercantili con il grano dai porti del Mar Nero, ma Putin si è rifiutato di prorogare quell'intesa. Proprio di queste ore stanno parlando di questo tema il leader russo e il presidente della Turchia, Erdogan, che sta svolgendo il ruolo del mediatore. Nel frattempo però l'Egitto, il principale importatore di grando al mondo, ha siglato un grosso accordo privato per l'acquisto di quasi mezzo milione di tonnellate di grano prodotto in Russia. 

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L'accordo

La rivelazione è dell'agenzia Reuters, secondo la quale l'acquirente è un ente statale egiziano (Autorità generale per l'approvvigionamento delle materie prime) mentre a vendere è una società privata, la Solaris, sulla base di un prezzo di 270 dollari a tonnellata, considerato al di sotto del livello minimo non ufficiale fissato dal governo russo.

L'Egitto, da quando è cominciata la guerra in Ucraina, ha una forte dipendenza dal grano russo nonostante abbia completato acquisti anche dagli Emirati Arabi Uniti, dalla Serbia e dalla Romania.

Secondo alcuni dati diffusi da Nigrizia il Cairo importa 12 milioni di tonnellate all'anno di grano e ha risentito dell'aumento dei prezzi causato dal conflitto. Nel 2020 l'86 per cento delle importanzioni di cereali egiziane dipendeva da Russia e Ucraina. Anche a causa della frenata del turismo (non arrivano più, o arrivano meno, turisti russi e ucraini), la crisi economica in egitto si è trasformata anche in crisi alimentare e crisi valutaria. A fine febbraio un ministro egiziano aveva spiegato che le riserve di grano del suo Paese erano sufficienti solo per altri quattro mesi e mezzo. Ecco allora la decisione di ricorrere a tutti i produttori possibili, Russia compresa.

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