Scuole, Macron sfida i medici. Torna Johnson: non si riapre

Scuole, Macron sfida i medici. Torna Johnson: non si riapre
di Francesca Pierantozzi
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Martedì 28 Aprile 2020, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 11:03

Le chat dei genitori francesi su whatsapp sono popolate da giorni da una sola domanda: «Voi che fate, li mandate?». Sottinteso: i figli, a scuola. La Francia è tra i pochi paesi in Europa ad aver inserito la riapertura delle scuole tra le prime misure attive il primo giorno del de-confinamento, l'11 maggio. Ma tra i dubbi dei saggi del Consiglio Scientifico (che avrebbero preferito rimandare a settembre), il parere invece incoraggiante dei pediatri, la volontà del presidente Macron di far ripartire il paese, i risultati altalenanti degli studi epidemiologici sul contagio nei più giovani, si è deciso che l'ultima parola spetterà ai genitori.
LA DECISIONE
«Il ritorno a scuola si farà su base volontaria» ha detto qualche giorno fa il ministro dell'istruzione Blanquer, provocando non poco sgomento nel corpo insegnante e anche in quello genitoriale. Qualcosa di più dovrebbe capirsi oggi pomeriggio, quando il premier Edouard Philippe annuncerà ufficialmente il piano della fase due davanti all'Assembleé Nationale, e in diretta tv per i francesi. Di sicuro il rientro a scuola avverrà in modo graduale (un primo calendario è stato annunciato dal ministro e prevede la riapertura delle classi su tre settimane), garantendo il rispetto delle misure di protezione (lavaggio, distanza e mascherine, almeno per Medie e Liceo) e continuando a svolgere parte delle lezioni a distanza. «Missione impossibile» ha sintetizzato ieri Philippe Vincent, segretario generale dei presidi. Gli esperti del Consiglio Scientifico hanno preso atto della decisione del Presidente e stabilito un elenco di regole necessarie per riaprire: banchi ad almeno un metro di distanza, pranzo da consumare al banco e mense chiuse, sanificazione delle classi almeno due volte al giorno. «I genitori hanno l'impressione che il governo non ha le idee molto precise per quanto riguarda la riapertura delle scuole e dunque molti non manderanno i loro figli, questo è sicuro» ha fatto sapere la Fcpe, la più importante Associazione di genitori di alunni e studenti.
IL BILANCIO
Con un bilancio che ha superato i 23 mila morti (437 in più in 24 ore), l'epidemia in Francia sta rallentando (calano costantemente i ricoverati in rianimazione e i nuovi casi) ma resta molto attiva. Ieri sono stati superati i tre milioni di casi positivi in tutto il mondo, con quasi 210 mila morti. L'Europa si prepara a riaprire, anche se in ordine sparso. Il premier Boris Johnson, all'inizio tra i più refrattari ad accettare misure di confinamento, poi lui stesso contagiato e ricoverato per giorni, è tornato al timone e ha chiesto ieri ai suoi concittadini di avere «pazienza». «Se questo virus fosse un aggressore inatteso e invisibile, e posso dirvi per esperienza che è proprio quello che è, questo sarebbe il momento in cui abbiamo cominciato a bloccarlo a terra. Ma è anche il momento del massimo rischio» ha detto Johnson, promettendo nuove misure «nei prossimi giorni». Oggi preciserà le prime misure di apertura anche la Spagna, dove, dopo sei settimane di lockdown, i bambini hanno di nuovo il permesso con le dovute precauzioni di giocare fuori. Per l'inizio ufficiale della fase 2 bisognerà però aspettare il 9 maggio. Prudenza anche in Germania, dove la cancelliera Angela Merkel fatica a tenere a freno l'impazienza dei suoi concittadini, meno disposti a sottostare a misure di restrizione anche perché, con un bilancio di 6mila morti, nel paese l'epidemia ha colpito con meno virulenza rispetto ai vicini europei.
 

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