Coronavirus, la Ue si spacca sui Covid-bond: lo scoglio debiti

Coronavirus, la Ue si spacca sui Covid-bond: lo scoglio debiti
di Antonio Pollio Salimbeni
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Lunedì 23 Marzo 2020, 06:56 - Ultimo aggiornamento: 12:18

Sono stati febbrili nel fine settimana le discussioni, sempre per telefono o videoconferenza, tra diversi ministri finanziari della zona euro per trovare un accordo sul ruolo anticrisi del Meccanismo europeo di stabilità. Contatti, scambio di idee, di ipotesi continuati per ore quando poi è stato fatto il punto della situazione, mentre si vociferava di una riunione dell'Eurogruppo in formato completo. Riunione non confermata. «È ancora troppo presto per dire se si è più vicini o più lontani da un'intesa», indicava ieri sera una fonte europea. Sul tavolo tre proposte: una linea di credito rafforzata classica offerta a diversi stati membri (non a uno solo per evitare lo stigma) sulla base di una serie di condizioni che implicano un programma di rientro e di riforme interne; un meccanismo per fornire liquidità per coprire la spesa sanitaria dell'emergenza che sarebbe di entità molto più modesta; un Covid-bond emesso dal Mes o dalla Banca europea degli investimenti.

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«La discussione è in corso per adottare una buona decisione in vista del Consiglio europeo di giovedì», ha dichiarato il commissario all'economia Paolo Gentiloni. Discussione difficile perché riemergono le posizioni che hanno sempre diviso i governi quando si tratta di decidere se spostare decisamente l'asse delle politiche verso soluzioni comuni condividendone i rischi. Con il fronte del Nord, Germania in testa, che tira verso prestiti con una condizionalità e il fronte del Sud, con Italia e Spagna in testa, che non ci stanno.

L'IDEA TEDESCA
È convinzione grossomodo generalizzata che occorre completare l'armamentario finanziario ed economico messo in piedi finora nella Ue. Oggi l'Ecofin è atteso dare il via libera alla sospensione del Patto di stabilità permettendo ai governi di aumentare deficit e debito. Gli aiuti di stato sono stati facilitati: ieri Bruxelles ha approvato i sostegni pubblici a imprese e banche in diversi paesi. E ha dato il via libera agli aiuti dell'Italia per 50 milioni di euro per le imprese che producono ventilatori, mascherine, occhiali, camici e tute di sicurezza. Sul fronte della Bce il bazooka antivirus è già stato definito, l'Italia ne beneficerà fortemente. Venerdì l'idea era arrivare all'Ecofin di oggi (comincia alla 13) con una proposta condivisa sul ruolo del Mes. Circolerebbe un documento della coppia franco-tedesca Le Maire-Scholz. Secondo alcune fonti occorre aspettare la riunione dei ministri Eurozona martedì. Il Mes ha a disposizione 410 miliardi di euro. L'idea tedesca e dei nordici è mantenere un quadro di condizioni per i prestiti indipendentemente dalla causa della crisi, che però non prefigura un rischio morale: nessun paese si trova nei guai perché ha perseguito i propri interessi a scapito degli altri. Si tratterebbe di una condizionalità ritardata, da far scattare a crisi sanitaria finita. Con tale linea di credito potrebbe entrare in gioco anche la Bce dovesse un paese perdere l'accesso ai mercati. L'Italia è nettamente contraria a qualsiasi tipo di condizionalità data, appunto, l'origine esterna della crisi. La Spagna è sulla stessa posizione così come il resto del fronte del Sud. Ha detto Gentiloni al Financial Times: «Non possiamo dire che siamo nella crisi più seria dalla seconda guerra mondiale (come dice Merkel) e poi restare con i nostri punti di vista tradizionali italiani, tedeschi, francesi o olandesi». Nuova crisi nuovi strumenti.

GLI STRUMENTI
Un'altra ipotesi è una linea di credito per l'emergenza sanitaria che però avrebbe dimensioni alquanto limitate, indica una fonte europea. Infine l'opzione Covid-bond. Su un'obbligazione comune della zona euro c'è sempre stata una resistenza di principio da parte tedesca.

E oggi che è stato pure sospeso il patto di stabilità a Berlino non si trovano molti fan per questa prospettiva. Il Covid-bond era stato indicato dal premier Conte come uno strumento di grande importanza ed è stato appoggiato sia da Macron che da Sanchez. Lo vede di buon occhio la Bce: «Potrebbe aiutare, sta ai politici decidere, ha indicato la tedesca Schnabel, del board Bce. Si parla di un titolo senior, cioè con priorità di rimborso rispetto agli altri titoli sovrani nazionali. La sottosegretaria all'economia Castelli ha dichiarato: L'economia italiana ha bisogno di aiuti reali non di trappole, sì agli Eurobond, no alle condizionalità previste dal Mes, non vogliamo titoli senior che prevedano priorità di rimborso o altre condizionalità». Che ci sia bisogno di decidere rapidamente è evidente a tutti. Peggiorano le ipotesi sulla profondità e la durata della recessione nella quale siamo già immersi: secondo Gentiloni è meglio abbandonare l'illusione che la fase economica europea sarà a V, rapida recessione seguita subito da un rapida risalita. Dunque, non restano che altre due lettere: U o L. Fase di stagnazione e poi dopo un po' la ripresa o fase di lunga stagnazione.

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