Congo, ucciso il comandante Mudacumura: era ricercato dalla Corte penale internazionale per il genocidio dei Tutsi in Ruanda

Congo, ucciso il comandante Mudacumura: era ricercato dalla Corte penale internazionale per il genocidio dei Tutsi in Ruanda
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Giovedì 19 Settembre 2019, 18:52
Faceva parte della terribile guardia presidenziale in Ruanda durante il genocidio del 1994, in cui circa 800mila persone, in maggioranza Tutsi, furono uccise. Dal 2012 era ricercato per omicidio, mutilazione, tortura, tutti reati che avrebbe commesso in Congo tra il 2009 e il 2010. Ieri l’esercito della Repubblica Democratica del Congo ha riferito di averlo ucciso: il comandante dei combattenti Hutu ruandesi, Sylvestre Mudacumura, accusato di crimini contro l’umanità dalla Corte penale internazionale «è stato freddato in un campo miliatare nell'est del Paese nel territorio di Rutshuru», come ha  dichiarato il portavoce dell’esercito, Richard Kasonga.
Mudacumura è stato il leader delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR) fin dalla loro fondazione, nel 2000, da parte di ufficiali della tribù Hutu. L’uomo era poi fuggito dal suo Paese dopo la fine del genocidio, nel 1994. Le FDLR hanno ripetutamente ingaggiato violenti scontri con le forze governative della Repubblica Democratica del Congo e con i gruppi armati rivali, a tal punto che l’esercito del Ruanda si trovava costretto a intervenire di frequente nelle zone di confine e anche oltre le sue frontiere.
La Corte penale internazionale aveva emesso un mandato di arresto per Mudacumura nel 2012 in seguito alle accuse di attacchi contro civili, omicidi, stupri e torture nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove la sua formazione aveva continuato a operare dopo il genocidio del Ruanda.
Le autorità di Kigali hanno accolto con entusiasmo la notizia della morte di Mudacumura.
«La sua uccisione favorirà la pace e la sicurezza nella regione - ha detto il ministro degli Affari regionali, Olivier Nduhungirehe- Con il suo gruppo, le FDLR, stava destabilizzando anche la Repubblica Democratica del Congo, uccidendo congolesi e ruandesi. La sua morte conferma l’impegno del presidente Felix Tshisekedi nella lotta alle forze del male e aprirà una nuova era di cooperazione buona e pacifica tra il Ruanda, la Repubblica Democratica del Congo e gli altri Paesi della regione», ha aggiunto Nduhungirehe.
 
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