Attanasio, condannati all’ergastolo i sei imputati accusati della morte ​dell'ambasciatore: all'Italia risarcimento di 2 milioni di dollari

Alla sbarra c'erano cinque imputati mentre un sesto, il capobanda, è latitante

Attanasio, condanna all’ergastolo per i sei imputati accusati della morte dell'ambasciatore italiano
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Venerdì 7 Aprile 2023, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 15:55

Sei ergastoli per i congolesi accusati dell'uccisione dell'ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista Mustapha Milambo nell'agguato del febbraio 2021 nell'est della Repubblica democratica del Congo (Rdc). Alla sbarra c'erano cinque imputati mentre un sesto, il capobanda, è latitante. La pubblica accusa aveva chiesto la pena di morte anche se da 20 anni nella Rdc vige una moratoria di fatto che vede commutare le sentenze capitali in ergastolo. La difesa aveva chiesto invece un'assoluzione per non aver commesso il fatto o almeno per dubbi sulla responsabilità degli accusati. Questi, arrestati nel gennaio dell'anno scorso, dopo iniziali ammissioni si erano poi dichiarati innocenti sostenendo di essere stati spinti a confessare con la violenza, circostanza negata dall'accusa. Nella sentenza, il tribunale militare congolese ha riconosciuto all'Italia un risarcimento equivalente a due milioni di dollari «in via equitativa», ossia stabilito dalla corte, a carico dei condannati. Lo si è appreso da fonti al corrente della sentenza letta oggi in seduta pubblica presso il carcere militare di Gombe, un quartiere della capitale congolese Kinshasa.

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Il processo

L'Italia, quale parte civile e Paese fortemente contrario alle esecuzioni, aveva chiesto che venisse inflitta direttamente una giusta pena detentiva.

La sentenza è appellabile. Il 43enne Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l'autista Milambo erano stati feriti a morte da colpi di arma da fuoco in un'imboscata tesa da criminali a un convoglio del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) con cui viaggiava nella provincia di Kivu Nord, area ad alto rischio da tre decenni per la presenza di decine di milizie. Processati per omicidio, associazione a delinquere e detenzione illegale di armi e munizioni da guerra, i sei congolesi durante le udienze erano stati descritti dall'accusa come componenti di una «banda criminale» dedita alle rapine di strada e che voleva rapire l'ambasciatore a scopo di riscatto ma che poi l'aveva ucciso assieme ai due suoi collaboratori.

 

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