Siberia, peggiore ondata di caldo della storia. L'allarme degli ambientalisti: «Temperature record»

Molte delle città della regione stanno registrando i picchi meteo di tutti i tempi

Siberia, peggiore ondata di caldo della storia: allarme degli ambientalisti
di Gianluca Cordella
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Venerdì 9 Giugno 2023, 11:59 - Ultimo aggiornamento: 13:24

Ondate di caldo senza precedenti, temperature record in quasi tutta la regione e paesaggio che inevitabilmente cambia, con tutti gli allarmi che un mutamento di questa portata può veicolare. Una situazione che negli ultimi anni ha riguardato per la verità molte zone della Terra, ormai dichiaratamente alle prese con gli effetti dei cambiamenti climatici legati all’intervento dell’uomo. Ma questa volta la situazione è più critica: perché a far registrare i picchi di calore è la Siberia, una delle aree più fredde del pianeta. Quella, per intenderci, dove nel 1924 la colonnina di mercurio scese fino a -71,2° nella città di Oymyakon, facendo registrare la temperatura più bassa di sempre mai raggiunta da un centro abitato. 

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Altri tempi. Sì, perché nelle ultime settimane nella zona le temperature medie hanno stazionato intorno ai 37,7 gradi. Un caldo già considerevole per le nostre latitudini, figurarsi per una terra che vive nel ghiaccio. Sabato scorso a Jalturovosk la temperatura ha raggiunto i 37,9 gradi, secondo i dati dei climatologi il giorno più caldo della storia della città.

Record ampiamente battuto nei giorni successivi quando la colonnina di mercurio ha toccato il 39,6 gradi a Baevo e i 38,5 a Barnaul, a loro volta primati cittadini. E la valutazione non è di poco conto considerando che, come spiegato alla Cnn dal climatologo Maximiliano Herrera, la Siberia ha stazioni di rilevamento delle temperature che sono attive anche da sette decenni.

Insomma c’è uno storico importante per poter affermare senza ombra di dubbio che questa sia «la peggior ondata di caldo della storia della regione». E gli scenari non sono affatto incoraggianti considerando che siamo solo all’inizio di giugno: è facile ipotizzare che a breve si possa sforare il tetto dei 40 gradi.

L’allarme

I campanelli d’allarme erano in realtà già suonati nel 2020, quando nella città artica di Verkhoyansk si raggiunsero i 38 gradi, un temperatura «quasi impossibile - spiega Herrera - senza il cambiamento climatico causato dall’uomo». Inutile dire che queste ondate intense di calore - aggiunge Samantha Burgess, vicedirettore del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici dell'Unione europea - «hanno importanti implicazioni per le persone e per la natura e continueranno a verificarsi con frequenza sempre maggiore se non si interviene su una riduzione drastica delle emissioni di gas serra».

Al momento l’effetto più tangibile sono gli incendi, un fenomeno non certo abituale a quelle latitudini, ma che sta interessando anche altre aree come il Canada. Anche in Siberia sono sempre più frequenti i roghi in qualche modo collegati al caldo: una devastante sugli Urali, il mese scorso, è costato la vita a 21 persone, mentre quello del 2021 è passato tristemente alla storia come il rogo più grande del mondo. 

E il quadro è ancora più allarmante se si allarga l’analisi a tutta l'Asia centrale. All'inizio di aprile, il Turkmenistan ha registrato temperature di 42 gradi, record all time per il Paese, mentre mercoledì sono stati registrati picchi superiori ai 45 gradi in Cina, ai 43 in Uzbekistan e ai 41 in Kazakistan. «Si sta riscrivendo la storia climatica mondiale» è l’allarme di Herrera. E da domenica è attesa una nuova ondata di afa che probabilmente ritoccherà ancora questi primati.

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