Stampe, colori vivaci, cuciture a vista, forme e materiali originali: lo stile Desigual è inconfondibile e, se i cugini spagnoli Zara e Mango vogliono essere basic e chic, Desigual si inoltra sempre più in un sentiero di tinte e modelli variegati che, diciamolo, non piace a tutti ed è un po' snobbato dalle fashion blogger.
Le star, però, non sembrano curarsene: in passerella per Desigual c'era la super top Adriana Lima e in prima fila allo show l'attrice Rosario Dawson e le fashionist Olivia Palermo e Poppy Delevingne. La label di Barcellona, dallo spirito Mediterraneo, ha festeggiato i suoi 30 anni nella Grande Mela con una collezione disegnata da Christian Lacroix e ispirata dai fiori freschi di un giardino immaginario: gli abiti erano come mazzi di fiori multi-culturale con margherite, rose del deserto, ibisco tropicale e dalie messicane.
I designer di Creatures of the Wind Christopher Peters e Shane Gabier, invece, hanno presentato insieme agli abiti per la prossima Primavera anche la loro prima collezione di scarpe. «Vogliamo solo fare scarpe per persone normali - spiegano - e molti dei vestiti prendono forma proprio a partire da esse. Purtroppo è facile dimenticare il fatto che una scarpa deve andare al piede e non distruggere una persona. Un vestito può essere brutto, ma difficilmente farà del male».
Accoppiando giallo sole, blu Cina, larghe strisce beachy e fiori ottimisti, le scarpe risaltavano alla perfezione sulla passerella chiara. La collezione si è basata su fantasie di viaggio: sulle comode sagome di abiti, giacche e top i ricami richiamavano il Nord Africa, il Messico e l'India, con stampe ispirate ai disegni di piastrelle tradizionali e al blu morbido della porcellana Delft.
Honor, infine, riporta agli anni Sessanta con stampe psichedeliche, cappotti al ginocchio e abiti a balze. La tavolozza dei colori è eclettica e le sagome drammatiche aggiungono un tocco di eccentricità alla proposta per la stagione primaverile: l'abbondanza di abiti bianchi fornisce, poi, ispirazione per le future spose Honor.
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