«E l'angelo non gli fermò la mano»: interviste e poesie sulla violenza contro le donne

E l'angelo non gli fermò la mano: un libro sulla violenza contro le donne
di Maria Lombardi
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Venerdì 14 Giugno 2019, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 18:52
«Queste donne non hanno incontrato nessun angelo lungo la loro strada, nessuno che fermasse la mano dell'uomo violento. Un magistrato, un carabiniere, un vicino di casa, un parente». Quella mano le ha uccise. Salvatore Malizia, psichiatra e psicoanalista, ha scelto una scena della Genesi (un particolare dei mosaici della cattedrale di Monreale) per la copertina del libro scritto insieme alla giornalista Daniela Turi: "E l'angelo non gi fermò la mano. La violenza sulle donne in prosa e in versi", appena pubblicato dalla casa editrice "La vita felice". Abramo sta per compiere il sacrificio chiesto da Dio, uccidere il figlio Isacco, e quando ha già impugnato il coltello un Angelo del Signore ferma la sua mano.
«Nella maggior parte dei casi, c'è una lunga eleborazione dell'idea omicida», spiega lo psichiatra. «Non sono raptus, si tratta di delitti a lungo elaborati, è possibile coglierne i sintomi, riconoscere gli elementi per fermare la mano. Purtroppo il più delle volte non viene capita la drammaticità della situazione e l'evoluzione tragica che ne può derivare».

Un fischietto contro la violenza

Un libro in prosa e versi. Una serie di interviste di Daniela Turi a magistrati, psichiatri, psicoterapeuti o a chi si occupa di centri anti-violenza. Con numeri allarmanti. «Il 93 per cento delle donne che subisce violenza non denuncia l'episodio - spiega Paola Di Nicola, giudice penale del tribunale di Roma - tuttavia del 7 per cento che denuncia la metà viene archiviata. E questo non solo in Italia, ma in tutto il mondo».



  E poi i versi dello psichiatra. «Ho voluto trascurare la scrittura abituale per lanciare parole che possano rimanere nella mente dei lettori e far riflettere. La poesia agisce toccando l'inconscio, riesce a dire l'indicibile dei sentimenti». Alcuni versi della poesia Parole micidiali: «Nello specchio dei tuoi occhi, Io non ero più Io. Sconvolto dal terrore, concepii l'orrido delitto». Come nascono questi "orridi delitti"? «Da una grave crisi di identità. L'uomo violento pensa che la donna abbandonandolo si porti via tutto, è convinto di subire una ingiustizia tremenda e di non poter sopravvivere al trauma. Questi uomini rispondono con aggressività incontrollata a quella che a loro pare una catastrofe interiore  che mette in crisi le fantasie narcisistiche su cui hanno costruito la loro identità». L'ultima poesia, un invito alla fuga: "Non offrire l'altra guancia al violento. Non dare più tempo alla violenza dell'altro. Altro tempo". 
I segnali ci sono, le storie si somigliano, lui non cambierà. Ma non c'è mai un angelo che fermi quella mano.




 
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