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Lo spazio è delle donne: con Christina e Jessica la prima passeggiata tutta al femminile in orbita
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 19 Ottobre 2019, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 01:44

Sudate fradicie, esauste, le labbra secche, l'insopportabile pannolone zuppo, ma soprattutto infinitamente felici e orgogliose: un successo pieno, davanti al mondo, la prima passeggiata spaziale tutta al femminile della storia.
Christina Hammock Koch, 40 anni, e Jessica Meir, 42, astronaute americane della Nasa sono uscite alle 13.50 (ora italiana) dall'airlock della stazione internazionale per entrare direttamente negli annali delle esplorazioni spaziali.


«È stato meraviglioso - hanno detto appena liberate dalla tuta e dalla sottotuta trapuntata da oltre cento metri di tubi e tubicini termici - vedere casa nostra dall'esterno, per non dire dell'emozione di guardare in basso e scoprire, 400 chilometri sotto le nostre suole, gli Stati Uniti d'America, l'altra nostra casa».



Trump, in collegamento diretto dalla Casa Bianca, si è congratulato: «Quello che fate è incredibile, siate molto coraggiose. Sono emozionato di parlare con due americane che stanno facendo la storia. Prima la Luna e poi andiamo su Marte». Il presidente ha chiesto che cosa volessero dire della loro impresa alle giovani interessate alla ricerca spaziale. Jessica Meir ha ricordato tutte le altre astronaute che hanno fatto passeggiate spaziali, sempre accompagnate da colleghi maschi. «Io e Christina Koch abbiamo seguito le loro orme».

La stazione spaziale internazionale è l'avamposto dell'Umanità (Cristoforetti dixit) che in questi mesi ospita le due pioniere dello spazio: è vasta come un campo da rugby, ma le parti abitabili e da dividere per sei persone sono riassumibili nella cabina di un torpedone, senza mai la possibilità di abbassare i finestrini per cambiare aria e con il costante ronzio degli apparati meccanici che garantiscono ossigeno, luce e calore.

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Ci vuole un bell'autocontrollo per resistere lassù e Cristina Hammock Coch, ingegnere aerospaziale, astrofisica e surfista, sposata a un ingegnere, il prossimo febbraio taglierà, già alla sua prima missione, il record assoluto di permanenza continuata nello spazio: 328 giorni. Il record del collega americano Scott Kelly è di appena 12 giorni più lungo.

 



Ieri l'ufficiale e gentiluomo Luca Parmitano, maggiore dell'Aeronautica militare e astronauta dell'Esa, primo italiano a essere nominato comandante dell'Iss, ha ceduto il passo spaziale alle colleghe per la prima attività extraveicolare (Eva) composta solo da donne e che doveva occuparsi di sostituire accumulatori elettrici e di riparare un rilevatore di raggi cosmici: lui tornerà nuovamente all'esterno della stazione internazionale il 25 ottobre, ma intanto ha diretto le operazioni di Jessica e Christina con un piglio che ha di nuovo stupito la sala di controllo della Nasa.

Le passeggiate spaziali sono tutto meno che passeggiate: fate conto di stringere e di aprire la mano con una pallina da tennis senza soste per almeno 5 ore e mezzo, a volte 8. È il solo movimento consentito dai guantoni e con esso vanno manovrate chiavi inglesi o avvitatori. Poi bisogna misurare ogni movimento, ogni respiro: l'Iss percorre in 90 minuti l'orbita terrestre a 400 chilometri di altezza e alla velocità di 28.800 chilometri orari. Si passa dalla temperatura di 120 gradi quando si è esposti al Sole a meno 100 gradi quando si sfreccia all'ombra cupissima della notte siderale.

 

Sulla visiera del casco una porpora d'oro impedisce di restare abbagliati, ma poi bisogna stringere bulloni, districare cavi, afferrare pannelli, cambiare batterie (come ieri) mentre magari Parmitano guida il lungo braccio robotico alla cui estremità sono a volte assicurati i piedi del passeggiatore, trasformato così in acrobata.

La coppia femminile impegnata in un'Eva (e a volte anche gli acronomi hanno il loro fascino) è considerato un evento storico anche perché sottolinea l'attenzione della Nasa per le astronaute che come gli uomini si allenano per anni per raggiungere queste capacità: l'obbiettivo già dichiarato è di far sbarcare una donna sulla Luna entro il 2024 per riprendere al femminile l'epopea delle missioni Apollo.

Per arrivare a questa coppia si è dovuto attendere tuttavia la 222ma passeggiata spaziale legata alla stazione spaziale internazionale a partire dal 1999 e solo in 40 casi è stata coinvolta una donna. Christina (alla quarta passeggiata) è la 14a astronauta della Nasa a uscire da un'astronave, Jessica la 15a.  E proprio in questi giorni, l'11 ottobre, è stato salutato per l'ultima volta il primo uomo a compiere nel 1965 una passeggiata spaziale, il cosmonauta Alexei Leonov. Solo nel 1984, e sempre dall'allora Unione Sovietica, decollò Svetlana Savitskaya, prima donna a galleggiare libera nello spazio.

Anche Jessica Meir, single, biologa, speleologa (anche nel Supramonte sardo), pilota d'aerei, alla Nasa dal 2013 come la collega, se l'è cavata alla perfezione nel sostituire gli accumulatori dell'energia elettrica prodotta da alcuni dei pannelli solari dell'Iss che è un po' la stessa operazione che compiamo quaggiù, anche senza andare in orbita: meno comune, invece, per noi terrestri, è riparare un rilevatore di raggi cosmici come l'Ams-02. Il manuale delle istruzioni è biblico.






 

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