«Il calcio femminile è un covo di lesbiche». Nuovo insulto del cronista sessista
IL NO AI CUGINI
L'amore per il pallone era irrefrenabile e si è iscritta alla squadra maschile della Nuova Milvia, una società che disputava le partite in campi di pozzolana. Un banco di prova che le ha permesso di ricevere la prima chiamata dalla Lazio a cui, però, ha detto di no. A 13 anni è arrivata la Roma Femminile con Serafini allenatore e Gioia Masia in campo (suo idolo che le ha dato il soprannome Gattuso), una squadra in cui è rimasta per 6 anni scalando le categorie dalla B alla A. Nel 2012 è volata in Sardegna per giocare nella Torres, e da ragazza è diventata donna. L'anno al Mozzanica non è stato entusiasmante per via del clima rigido, ma quelli trascorsi alla Fiorentina l'hanno consacrata. Con il club toscano ha vinto uno scudetto, ma quando l'ha chiamata la Roma non ha saputo dire di no, anche perché per convincerla le hanno fatto vedere la maglia con scritto il suo nome e la fascia da capitana.
MANO NELLA MANO
Ha detto sì, ha sceso le scale di piazza di Spagna mano nella mano con De Rossi, una delle prime cose che ha fatto è stato chiedere di vedere l'ufficio di Totti per fare una foto con lui. Di Florenzi è amica e compagna di sponsor, ha scelto di crescere come immagine aprendo un profilo ufficiale e un sito e ama quando le bambine la cercano. Poco tempo fa una piccola tifosa della Roma, di sei anni, ha ricevuto la sua maglia in regalo e ha chiesto alla mamma di mandarla, via Instagram, ad Elisa. Lei ha ringraziato e condiviso la foto. Felice. Emozionata. Grata, che le bimbe di oggi non vivano i pregiudizi di ieri. Ora la Bartoli vive nella Capitale, della sua vita privata si sa poco, se non che ha frequentato il liceo artistico e le piace sdraiarsi sul divano a guardare i film da Oscar che hanno fatto storia. Il preferito? Neanche a dirlo: Il Gladiatore.
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