Ecco Cathy La Torre, l'avvocata dei diritti civili candidata sindaca di Bologna

Cathy La Torre
di Laura Bogliolo
4 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Luglio 2020, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 11:34

Incontrare Cathy La Torre è come sedersi su uno scoglio, sul punto più a Sud di una isola e ascoltare il mare. C'è l'eco di correnti lontane, provenienti da luoghi inesplorati ancora da scoprire. Sono i suoi tanto amati «diritti, quelli che oggi ancora non ci sono, ma che la giurisprudenza può creare» racconta La Torre, 39 anni, nata in Sicilia, bolognese di adozione. "Vedo diritti ovunque" c'è scritto tra le parole che ha scelto per presentarsi sul suo profilo Twitter.

Incontrarla, dicevamo, è come sondare gli abissi del mare visti in volo sopra le onde: anche lì sotto, al buio, c'è qualche ingiustizia. Le cucciole di tartaruga Caretta caretta appena nate a Lampedusa corrono verso il mare anche se rischiano di essere subito mangiate. Là, nel profondo del mare, è la natura ogni tanto a creare il buio, qui, sulla terra ferma è la stupidità umana ad avere scritto una brutta pagina nella vita dell'avvocata: «Sono stata minacciata di morte più volte, ho vissuto anche sotto protezione». Ha avuto paura, ammette senza problemi, ma come quelle tartarughine non ha fermato la sua corsa verso il largo.

“Odiare ti costa”, Cathy La torre premiata come migliore avvocata pro bono 2019

La campagna #odiareticosta funziona, finora 24 mila segnalazioni dalle vittime degli haters

Campagna «odiare ti costa», avvocatessa porta in tribunale chi augura la morte o lo stupro su Facebook

E' conosciuta per le sue battaglie legali a favore dei diritti della comunità Lgbtqi, ha vinto anche il premio The Good Lobby Awards 2019 a Bruxelles grazie al suo impegno sui diritti e la campagna ''Odiare ti costa". Dietro ci sono la passione e la specializzazione «nei diritti della personalità e digitali grazie all'attività dello studio Wildside che assiste moltissimi musicisti, attori, volti noti, un lavoro che ci consente poi di fare attività legale pro-bono». Vive due giorni a Roma, due a Milano e poi torna a casa, a Bologna.

Già consigliera nel comune di Bologna in una lista civica, ora pensa a candidarsi alle prossime elezioni a Bologna, come sindaca. «Ma attenzione - spiega - ci sono delle condizioni, devono esserci delle primarie all'interno del centro-sinistra». In Italia, secondo i dati Anci del 2020, ci sono 1131 sindaci donne, 6.674 invece sono uomini. La Torre resta ancorata alla sua passione, la giurisprudenza. «A 9 anni decisi di fare l'avvocato, ascoltai una canzone di Franco Battiato e la frase "com'è misera la vita negli abusi di potere" mi colpì molto, chiese a mio padre, impiegato comunale cosa fosse l'abuso di potere. Quando ho capito, ho voluto combattere».

La mamma è americana e anche lei se ne intende di battaglie: «Dopo 20 anni di precariato, a 64 anni è stata assunta come vigile nel paese dove sono vissuta in provincia di Trapani, in pratica un anno prima di andare in pensione». Come con le onde, è difficile seguire dove va La Torre tra mille impegni e progetti. «Vedo diritti ovunque» continua a ripetere. Vuole creare diritti che prima non esistevano, così come quando è riuscita «ad affermare il diritto di due mamme di trascrivere i figli al Comune e ora ad esempio - aggiunge - sono molto concentrata sul diritto alla sessualità delle persone disabili, in Europa c'è già una legge, in Italia no».

La Torre è «orgogliosamente Gender» come si legge sul suo profilo social. «E' una provocazione, la teoria del gender non esiste, è una fandonia pensare che l'insegnamento dell'educazione sentimentale nelle scuole possa condizionare il genere degli alunni». E non chiedetele di moda. «Sono radical cheap, per principio non spendo mai più di 100 euro, sono attenta a ciò che compro, gli abiti non non devono provenire da una filiera di sfruttamento, detesto il lusso insomma, non auto, vado in bici e cammino molto". E racconta di quei capi di abbigliamento realizzati con lo sfruttamento delle donne del Bangladesh, o quella frutta che arriva sulle tavole grazie ai braccianti pagati qualche euro. Se le chiedi cosa farebbe se fosse sindaco di Bologna spiega: «La città è rimasta molto colpita dal Covid-19, dobbiamo prima misurarle la temperatura, imparare a conoscerla di nuovo: un po' come si fa quando si val dal medico, si vede quali sono i malanni ti e poi si prova a curarla. Basti pensare che Bologna dopo soli 4 giorni ha finito i buoni pasto dati per l'emergenza coronavirus...».

E poi una stoccata: «Capisco che faccia scalpore la candidatura di una persona della comunità Lgbtqi... ma – chiede - hai mai letto su un titolo “candidato sindaco etero”??».


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA