E quando è andato a segnalarlo ai carabinieri, gli è stato detto quello che, purtroppo, già immaginava: l’Ucraina non è nemmeno in Unione europea, riuscire a farci qualcosa sarà molto dura. Il primo furto nel negozio di via Arena 35 a Montecchio è avvenuto lo scorso marzo. Quella volta, i ladri portarono via cinque moto da cross, per un valore complessivo di 35 mila euro. A giugno il secondo colpo: stessa mano e stesso bottino sostanzioso, cinque biciclette da down hill, una specialità americana per corse in discesa, in tutto 20 mila euro. Entrambi i furti, evidentemente, su commissione e ad opera di professionisti. Del fatto che i ladri fossero professionisti, anzi super professionisti, Mariani ha avuto la conferma ieri. Dopo il secondo furto, infatti, il meccanico aveva preso tutte le precauzioni del caso: aveva fatto installare grate saldate alle finestre, si era dotato di porte speciali e si era fatto montare un sofisticato impianto di allarme, che rileva la presenza di persone all’interno. L’impianto era collegato al suo cellulare, a quella della moglie e a quello del figlio. Non è servito a niente, i ladri sono tornati a rifornirsi nel negozio. Non si sono fatti spaventare da porte e finestre blindate: con un trapano hanno praticato un foro in una parete, hanno introdotto una telecamera e hanno studiato la situazione. Individuata la centralina dell’impianto di allarme, vicino al soffitto, sono saliti sul tetto a volta del capannone, hanno tolto alcune tegole e poi hanno sfondato la copertura: proprio vicino alla centralina, che hanno subito messo fuori uso. Così nessun segnale è arrivato ai cellulari della famiglia Mariani. L’unico particolare che i ladri non avevano forse considerato è che, in ogni caso, la sirena ha cominciato ugualmente a suonare e una famiglia che abita a qualche centinaia di metri dal capannone, sentendo tutto quel baccano all’una e mezza di notte, ha chiamato il 112. I ladri, perciò, si sono accontentati di portare via solo qualche casco e abbigliamento sportivo per circa 2000 euro. Una magra consolazione, considerando anche i danni. «A questi non li spaventa niente, sanno che possono fare quello che vogliono. E a me - conclude Mariani - passa la voglia di lavorare».
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