Vallefoglia, officina derubata per la terza volta
Bici e moto in vendita su un sito ucraino

Vallefoglia, officina derubata per la terza volta Bici e moto in vendita su un sito ucraino
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Venerdì 29 Agosto 2014, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 11:09
VALLEFOGLIA (Pesaro e Urbino) - Io ho fatto tutto quello che potevo fare: ho saldato le finestre, ho installato allarmi volumetrici, ho blindato le porte... e loro sono entrati lo stesso, bucando il tetto. sconsolato Enrico Mariani, titolare della Mariani Moto di Montecchio, ma soprattutto arrabbiato, perch oltre al danno di tre furti in cinque mesi, ha subito anche una brutta beffa: quella di scoprire una sua moto e una sua bici - con ancora l’adesivo del negozio - su internet, in vendita in un sito ucraino.

E quando è andato a segnalarlo ai carabinieri, gli è stato detto quello che, purtroppo, già immaginava: l’Ucraina non è nemmeno in Unione europea, riuscire a farci qualcosa sarà molto dura. Il primo furto nel negozio di via Arena 35 a Montecchio è avvenuto lo scorso marzo. Quella volta, i ladri portarono via cinque moto da cross, per un valore complessivo di 35 mila euro. A giugno il secondo colpo: stessa mano e stesso bottino sostanzioso, cinque biciclette da down hill, una specialità americana per corse in discesa, in tutto 20 mila euro. Entrambi i furti, evidentemente, su commissione e ad opera di professionisti. Del fatto che i ladri fossero professionisti, anzi super professionisti, Mariani ha avuto la conferma ieri. Dopo il secondo furto, infatti, il meccanico aveva preso tutte le precauzioni del caso: aveva fatto installare grate saldate alle finestre, si era dotato di porte speciali e si era fatto montare un sofisticato impianto di allarme, che rileva la presenza di persone all’interno. L’impianto era collegato al suo cellulare, a quella della moglie e a quello del figlio. Non è servito a niente, i ladri sono tornati a rifornirsi nel negozio. Non si sono fatti spaventare da porte e finestre blindate: con un trapano hanno praticato un foro in una parete, hanno introdotto una telecamera e hanno studiato la situazione. Individuata la centralina dell’impianto di allarme, vicino al soffitto, sono saliti sul tetto a volta del capannone, hanno tolto alcune tegole e poi hanno sfondato la copertura: proprio vicino alla centralina, che hanno subito messo fuori uso. Così nessun segnale è arrivato ai cellulari della famiglia Mariani. L’unico particolare che i ladri non avevano forse considerato è che, in ogni caso, la sirena ha cominciato ugualmente a suonare e una famiglia che abita a qualche centinaia di metri dal capannone, sentendo tutto quel baccano all’una e mezza di notte, ha chiamato il 112. I ladri, perciò, si sono accontentati di portare via solo qualche casco e abbigliamento sportivo per circa 2000 euro. Una magra consolazione, considerando anche i danni. «A questi non li spaventa niente, sanno che possono fare quello che vogliono. E a me - conclude Mariani - passa la voglia di lavorare».
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