Macerata, dopo la diffida di Monachesi Consiglio comunale a porte chiuse: è scontro con Anna Menghi

La lettera inviata da Monachesi al Consiglio (Messaggero)
di Nicola Paciarelli
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Mercoledì 1 Ottobre 2014, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 17:00

Far un'interrogazione a risposta scritta, ma non aver fatto un dibattito chiaro, per far conoscere la verit alla citt, decidendo di discutere a porte chiuse, la fine della democrazia. Dopo la decisione del Consiglio comunale di discutere a porte chiuse la mozione su Stefano Monachesi, Anna Menghi l'ha ritirata e ha abbandonato l'aula, con quasi tutta l'opposizione.

A votare per la seduta segreta è stato il Pd, tranne Orazi e Renis che si sono astenuti come Borgiani, Carlini e Ciarlantini, e altri consiglieri di maggioranza, mentre la minoranza ha chiesto la discussione pubblica, senza successo.

La condanna. Il caso ruota intorno alla condanna a 6 mesi, passata in giudicato, di Monachesi che una volta a settimana sconta la pena alla Croce Verde con l'affidamento in prova ai servizi sociali. La condanna riguarda una vecchia vicenda di rifiuti ed è stata emessa dal Tribunale di Genova quando la Smea, di cui Monachesi era amministratore delegato, aveva un appalto al porto genovese.

La mozione. L'ex sindaco Menghi, con la mozione, avrebbe impegnato l'amministrazione a verificare, dopo la condanna per gestione dei rifiuti non autorizzata per la quale Monachesi sta scontando la pena ai servizi sociali presso la Croce verde, «la legittimità della convenzione per la gestione di un pulmino firmata da Monachesi, il 18 luglio 2014, con il dirigente dei servizi sociali; la permanenza della Croce verde Srl nei locali della onlus; l'opportunità della permanenza dell'incarico di Monachesi di coordinatore dei servizi Sintegra; a valutare la permanenza del ramo d'azienda della Smea».

La conferenza stampa. Nessuna di queste domande, però, ha trovato risposta. Menghi ha, però, organizzato una conferenza stampa: «Vogliamo sapere se Monachesi ha omesso di dire al dirigente comunale dei servizi sociali se non poteva firmare la convenzione. Perché, inoltre, è inspiegabilmente in piedi un ramo d'azienda della Smea? Forse il centrosinistra vuole farci una struttura per la cremazione delle salme? Quanto all'atto firmato da Monachesi, che ho richiesto con accesso agli atti, cosa c'è di strano a chiederne conto? Vorrei anche sapere – aggiunge Menghi – quanto prende Monachesi per il suo incarico in Sintegra e, soprattutto, se va al lavoro o passa tutto il suo tempo in Croce verde».

L'opposizione. Contro la decisione di impedire la discussione anche Giorgio Ballesi: «Se la maggioranza ha chiesto le porte chiuse, senza che siano necessarie, c'è qualcosa che loro sanno e noi no», Fabio Massimo Conti: «Parlare a porte chiuse è davvero grottesco», e Francesca D'Alessandro che ricorda l'episodio della lettera di Monachesi, letta da Mari in Conferenza dei capigruppo: «Avevamo deciso di discutere la mozione, poi è arrivata questa fantomatica lettera dai toni minacciosi».

La diffida. Nella lettera, che lui stesso ha consegnato in Comune il 19 settembre, Monachesi scrive: «Egregio presidente, mi è giunta notizia di una mozione presentata dalla consigliera Anna Menghi concernente la mia persona, consistente peraltro in talune false e diffamatorie affermazioni, per le quali sarò costretto a tutelarmi nella sede opportuna. A prescindere da ciò, poiché non sono dipendente del Comune di Macerata e poiché le vicende alle quali la Menghi fa confuso riferimento afferiscono a vicende del tutto personali e private e del tutto assolutamente

estranee alle competenze e funzioni del Consiglio, diffido l'istituzione da lei presieduta - riferito a Mari - a mettere in discussione la mozione, riservandomi, in caso contrario, qualsiasi richiesta risarcitoria per i danni che andrò a subire, tenuto conto che una discussione su tale argomento del tutto incongruo rispetto alle competenze del Consiglio comunale fissate dal Teso unico enti locali, concretizzerebbe una evidente quanto immotivata violazione della mia privacy».