Macerata, grande fermento per le elezioni
tutti cercano di agganciare le piccole liste civiche

Il Comune di Macerata (foto Calavita)
di Nicola Paciarelli
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Sabato 20 Settembre 2014, 12:24 - Ultimo aggiornamento: 12:38
MACERATA - Primarie, candidato unitario, governo di emergenza, alleanze possibili, programmi. I giorni passano, ma i temi politici in avvicinamento alle elezioni non cambiano. Durante la settimana che si sta concludendo, infatti, non si sono viste, né sentite, grosse novità sulla scena pre elettorale maceratese, anche se c'è grande fermento. Di nomi, ufficiali, di candidati sindaci neanche l'ombra. Le coalizioni ancora stentano a prendere forma. Ma intanto c'è chi continua a lavorare, per lo più nell'ombra.



Deborah Pantana, che pur non avendo ancora ufficializzato la sua candidatura per il centrodestra, spiega: «Io sono una donna del popolo e sono convinta che l'investitura di candidato sindaco debba venire proprio dal popolo, con la condivisione totale da parte della gente sia del programma che della persona. Indiscutibilmente ho un profondo rispetto per il mio partito, Forza Italia, e per le persone che ne fanno parte, ma quando si tratta di elezioni amministrative il partito stesso deve aprirsi a esperienze diverse, come quelle civiche».



La vicepresidente del Consiglio, dunque, si dice convinta che saranno i cittadini a indicarla come candidato sindaco. Intanto Riccardo Sacchi, coordinatore cittadino di Forza Italia, lancia il «tavolo programmatico» e spiega: «La nostra coalizione deve capire dove ha sbagliato in passato e imparare a parlare meglio ai sui elettori, altrimenti perderemo le elezioni. In questo periodo storico dobbiamo anche riuscire a superare i tradizionali steccati politici di centrodestra e centrosinistra. Come Fi la strategia è semplice: aggregare la più ampia coalizione possibile, lavorare per un programma fatto di pochi punti, chiari e fattibili e, solo dopo, scegliere la persona che possa interpretare al meglio questo spirito».



Non si parla di candidati, dunque, ma si cerca di guardare agli errori del passato per presentarsi più convincenti di fronte agli elettori. Molto corteggiata, tra le liste civiche, Macerata è nel cuore, come spiega Francesca D'Alessandro: «Noi siamo civici veri e in questo momento sono in tanti a tirarci per la giacca, forse perché abbiamo sposato un nuovo modo di fare politica, fatto di ascolto e vicinanza ai cittadini. Noi dialoghiamo con tutti, ma i tatticismi politici non ci interessano. Per ora vogliamo ascoltare e capire».



Sempre in ambito civico, Anna Menghi vede la situazione «molto complicata. Per un cambiamento vero servirebbe un miracolo», dice l'ex sindaco.



Infine c'è Ivano Tacconi, capogruppo Udc, che ha lanciato la sua idea provocatoria, anche se lui non la ritiene assurda: «Un governo di emergenza per Macerata che ha di fronte cinque anni molto duri. Il malato è grave, allora perché non dare vita a una sorta di ampia coalizione, con un sindaco gradito a tutti, che al momento, però, non vedo, e, magari, alcuni assessori che potrebbero provenire dall'Università? E' una mia idea personale e non credo che sia un'utopia».



Tacconi, tra l'altro, bacchetta Pantana e spiega: «Credo che avere sei liste civiche crei una gran confusione politica, come credo che sia sbagliato che una consigliera (Deborah Pantana, ndr) si autocandidi a sindaco: potrebbe rischiare di fare la fine di Anna Menghi che dopo pochi mesi fu mandata a casa». Nel direttivo del suo partito, intanto, ancora si ragiona sulla possibile alleanza con il centrosinistra, ovvero la riproposizione del modello Regione e Provincia con il Pd, oppure sulla corsa solitaria.