Ancona, tre anni per l'arretramento di ristoranti e stabilimenti a Portonovo

Ancona, tre anni per l'arretramento di ristoranti e stabilimenti a Portonovo
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Mercoledì 17 Febbraio 2016, 16:19
Ad Ancona l'anno della rivoluzione per Portonovo sarà il 2020. È pronto per essere approvato il nuovo piano particolareggiato della baia, l'obiettivo storico resta l'arretramento degli stabilimenti e dei ristoranti dalla spiaggia, ma gli operatori non saranno costretti a trasferire le attività prima del rinnovo delle concessioni demaniali, non prima di tre anni. Dopo un confronto durato quasi un anno tra il Comune, i bagnini, i ristoratori e le associazioni ambientaliste interessate alla baia, la giunta ha preparato il nuovo piano urbanistico di Portonovo.

La scorsa settimana la giunta ne ha discusso per l'ultima volta, nel giro di uno o due mesi potrà arrivare in Consiglio comunale ed essere messo al voto. «Abbiamo recepito molte indicazioni presentate al tavolo di lavoro su Portonovo, dove sono stati avanzati contributi e proposte. Prima di andare in Consiglio comunale, il nuovo piano di Portonovo sarà illustrato ad associazioni e operatori» commenta il vicesindaco Pierpaolo Sediari. I cardini del nuovo piano restano gli obiettivi inseguiti negli ultimi anni, ovvero la riduzione del traffico di auto private all'interno della baia, il collegamento a mare dei laghi, la possibilità di raggiungere Portonovo a piedi con un nuovo sentiero a monte, il potenziamento del trasporto pubblico e del parcheggio scambiatore sulla strada provinciale. Su tutti, l'intervento principale per tutelare l'ambiente della baia resta l'arretramento degli stabilimenti dalla linea di costa. Un progetto da anni nelle intenzioni del Comune, che ora ha una sua data fatidica: il 2020, anno di scadenza delle concessioni demaniali. Tra tre anni dunque, i ristoratori e i bagnini che vorranno chiedere una nuova concessione del litorale, saranno costretti a mettersi in regola con il piano di Portonovo, demolendo e ricostruendo al propria attività lontano dalla spiaggia. Un obbligo che vale per tutti i più noti stabilimenti della baia, dal molo alla Torre, tranne per il ristorante Emilia, che insiste su area di proprietà privata.
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