San Severino, bambino ucciso dalla madre
i parenti di Debora: «Un macigno che ci porteremo dentro per sempre»

Debora Calamai con il figlio Simone
di Angelo Ubaldi
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Domenica 28 Dicembre 2014, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 08:21
SAN SEVERINO – «E' un macigno che ci porteremo dietro per sempre, un dolore troppo grande da sopportare». Sono le poche parole pronunciate ieri mattina all'ospedale di Camerino in un momento di commozione da un parente della 38enne Debora Calamai, la mamma killer che ha ucciso a coltellate nella sua abitazione di via Padre Zampa a San Severino, il figlio Simone.



Debora Calamai, 38 anni, la mamma di origini fiorentine, la vigilia di Natale ed in preda ad un raptus di follia, ha ucciso il figlio di 13 anni Simone Forconi a coltellate dopo che aveva scartato i regali di Natale. Una tragedia che ha distrutto due famiglie: quella della mamma Debora Calamai, sofferente da tempo di di crisi depressive, e l'altra del papà Enrico Forconi, 43 anni operaio di San Severino. I due erano separati e stavano attendendo la parola decisiva del giudice per l’affido del figlio Simone, che al momento era condiviso, ma in procinto di essere assegnato definitivamente al padre con l’inizio del nuovo anno. La paura di perdere per sempre la custodia del figlio avrebbe scatenato la follia della mamma Debora.



Il funerale, è fissato per oggi (lunedì) poco dopo le 10 nella chiesa di San Domenico a San Severino. Il feretro muoverà alle ore 10 dall’obitorio dall’ospedale di San Severino.



Nella tarda serata di Ieri, verso le 22,40, la mamma Debora Calamai è stata trasferita dal carcere di Camerino al reparto psichiatrico dell'ospedale di Tolentino dove sarà assistita e piantonata.