Sentinella della pioggia: ecco la quinta puntata sul Messaggero

Sentinelle della pioggia: ecco la quinta puntata sul Messaggero
di Tatiana De Rosnay
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Mercoledì 7 Agosto 2019, 18:18 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 15:47

Rannicchiandosi sotto gli ombrelli, percorrono boulevard Raspail nell'acquazzone. Lauren e Tilia procedono per prime, Linden rallenta per stare al passo del padre. È abituato all'andatura energica di Paul, questo nuovo ritmo lo destabilizza. Eppure il padre sembra stare meglio.

I musei sono chiusi, così Lauren passa al piano B: shopping a Saint-Germain-des-Prés. Arrivano al Bon Marché, il grande magazzino è pieno di clienti inzaccherati e fradici. Il braccio del padre è ancora intrecciato al suo.

Tutto bene? Paul annuisce. Sembra contento, un po' intontito. Si siedono in un caffè. Linden guarda le mani del padre intorno alla tazza. Si accorge che la pelle è raggrinzita e macchiata. Prende la sua Leica e le fotografa.

Ha iniziato a fotografare la sua famiglia quando aveva dodici anni. Aveva trovato un lavoretto da un fotografo di matrimoni ed era rimasto sedotto. L'ambiente della camera oscura lo deliziava. Il fotografo, compiaciuto dai suoi progressi, gli regalò una Praktica l2 malconcia ma funzionante. Non era una macchina facile da gestire per un principiante. I genitori e la sorella erano i suoi soggetti preferiti.

Imparò a usare luci e ombre, da autodidatta, provando e sbagliando. Non aveva in mente di diventare fotografo. Era un hobby. Quando aveva quindici anni, andarono a Venezia. Tornati a casa, raccolsero le foto di tutti in un unico album. Lauren, Paul e Tilia avevano fotografato il ponte dei Sospiri, il Rialto, piazza San Marco. Linden aveva immortalato una donna anziana vestita di nero seduta su una panchina, gatti randagi in un vicolo umido, un cameriere che fumava passandosi una mano sui capelli pettinati all'indietro.

Adesso rivolge la sua Leica verso la madre e la sorella e scatta. Avrà sempre un debole per la sua vecchia macchina, comprata al mercato delle pulci di Saint-Ouen nel 1998. Per via di un difetto nell'otturatore era costata meno di quanto si aspettasse. Non appena Linden la prese in mano capì che doveva averla. Era una macchina iconica. Eisenstaedt aveva usato una Leica per catturare quel leggendario bacio su Times Square nel 1945 e con la sua Alberto Korda aveva immortalato Che Guevara con il suo berretto nel 1960. I suoi primi scatti erano deturpati da strane ombre sottili, che si sovrapponevano all'immagine. Si accorse che la dimensione delle ombre cresceva se aumentava la velocità di otturazione. Imparò a lavorare con quelle ombre, inventando una tecnica tutta sua. Era con la Leica che aveva scattato la foto memorabile del padre, quella con cui si era fatto notare a diciotto anni.


Il 26 dicembre 1999 il telefono di casa di Candy aveva squillato nelle prime ore della mattina. Era Lauren che annunciava che era nata la figlia di Tilia. Paul era a Parigi, in hotel, aveva raggiunto Candy e Linden per Natale visto che Lauren era con Tilia.

Quando Linden aprì le persiane dopo la chiamata della madre si accorse che qualcosa non andava. Sembrava che una bomba avesse colpito il giardinetto pubblico in fondo alla strada. Accese la tv e scoprì che un temporale della potenza di un uragano si era abbattuto sulla Francia. C'erano stati un centinaio di morti. I danni erano colossali. Linden chiamò il padre. La voce di Paul era strozzata. Gli serviva la macchina di Candy, all'istante. Doveva andare a Versailles. Linden lo accompagnò.

La gente acclamò Paul come un salvatore. Il capo giardiniere di Versailles sembrava disperato. Prese il padre per un braccio e mormorò che il disastro era insostenibile. Linden vide che non stava esagerando. Gli alberi erano stati sradicati, alcuni spaccati in due da venti diabolici che si erano abbattuti su di loro come asce. Erano stati distrutti diecimila alberi. Una distesa sconfinata di tronchi erano sparpagliati come carcasse. Linden guardò il padre. Non lo aveva mai visto così immobile, silenzioso. Si fermò, accovacciandosi per toccare un albero caduto. Linden prese la Leica e lo fotografò. Da dietro l'obbiettivo si accorse che piangeva in silenzio, il viso deturpato dal dolore.

Quando Candice vide quella foto sussultò. Il volto di Paul era sollevato verso il cielo, aggrottato, le mani ai lati delle guance bagnate. Alle sue spalle, ombre che sembravano fantasmi erano sparse sopra agli alberi caduti, annerendo la corteccia trasformata in carbone fino a sembrare cenere insanguinata. Non aveva mai visto nulla di così potente e commovente. Poteva mostrarlo a un giornalista amico che era in cerca di immagini del temporale diverse dalle altre? Linden acconsentì, presumendo che non ne sarebbe venuto fuori niente. Il giugno precedente si era diplomato e lavorava in un laboratorio fotografico non sapendo cosa avrebbe fatto in futuro.

All'inizio del 2000 la foto era stata pubblicata sull'International Herald Tribune ed erano iniziate le telefonate di gente che cercava Linden Malegarde. Poteva portare il suo portfolio? Il ritratto dell'Uomo degli Alberi che guardava la distruzione dei giardini di Versailles non era passato inosservato. Ma Linden non aveva un portfolio da mostrare. Gli faceva piacere l'attenzione ottenuta, ma non si sentiva pronto a presentare il proprio lavoro. Così era rimasto al laboratorio fotografico fino a quando era entrato alla Gobelins. Il giorno degli esami di ammissione, uno dei professori aveva detto di aver visto la sua foto e di non averla più dimenticata.

Fatti fotografare da me, per una volta, dice Lauren levandogli la macchina dalle mani. Ah, questa è quella complicata? Linden ridacchia sistemandole il fuoco. Mette un braccio intorno a Tilia e la avvicina a sé. Lei fa una smorfia. Non fate i pagliacci, li ammonisce la madre, voglio una bella foto dei miei figli. Paul li osserva, un sorriso brillante sul viso arrossato. Perché quell'aria disorientata? È abituato ai silenzi del padre, ma non a quella assenza, sembra mezzo addormentato, ubriaco. Paul ha sempre vissuto su un pianeta dove Linden non è mai riuscito ad andare. Ha mai provato a farlo? gli ha chiesto Sacha una volta. No, non saprebbe come. Sacha ha detto che potrebbe andare a Vénozan, camminare lungo i terreni con il padre, iniziare da lì. Linden ha detto che era troppo tardi. Forse aveva deluso il padre, forse non era il figlio che aveva sognato.

Linden si domanda se Paul andasse d'accordo con il padre François. Sa che non è molto legato alla sorella Marie, che abita a Sévral. Con chi si confida? Con Lauren? Con Tilia? Con il giardiniere Vandeleur? E com'era Paul da giovane? Un fan di Bowie, è quello che sa, a parte l'amore furibondo per gli alberi.

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