Tribunale e consultorio, un accordo per le pene alternative

Il tribunale di Latina
di Marco Cusumano
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Mercoledì 11 Maggio 2016, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 11:48
Il tribunale di Latina potrebbe, una volta tanto, bruciare le tappe. Il presidente, Catello Pandolfi, ha comunicato che nel consultorio familiare diocesano di Latina sarà avviata la mediazione penale nel procedimento di “messa alla prova”. Si tratta di una possibilità, recentemente prevista dal nostro ordinamento, che consente di seguire un percorso alternativo sospendendo il processo se la pena non è superiore ai 4 anni. Ora i percorsi di messa alla prova saranno ampliati e riguarderanno anche lavori di pubblica utilità. Grazie al regolamento firmato recentemente dal ministro Orlando, la possibilità viene ora rafforzata offrendo agli uffici giudiziari la possibilità di sfruttare al meglio le finalità deflattive dell'istituto. Ci saranno infatti delle convenzioni in materia di lavori di pubblica utilità che il Ministero o i Presidenti dei Tribunali competenti possono stipulare con Stato, enti locali e organizzazioni di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato. Il regolamento prevede che la prestazione lavorativa non sarà retribuita, verrà svolta in favore della collettività. Sono previsti lavori in ambito socio-sanitario, protezione civile, tutela del patrimonio ambientale e culturale, ma anche manutenzione di immobili e servizi pubblici.

A Latina il consultorio diocesano è anche sede dell'Ufficio “In Mediazione” di conciliazione e riparazione in ambito minorile che pratica, ormai da anni, nel settore minorile, la mediazione penale. E' l'unico centro in provincia di Latina dove si svolge la mediazione penale minorile e per anni è stato il primo centro nel Lazio. L'idea, adesso, è di estendere i progetti anche ai maggiorenni.

Attualmente l'attività di mediazione che si svolge nel consultorio riguarda vari ambiti ed è effettuata da operatori di diversa formazione: avvocati, sociologi, psicologi, assistenti sociali, educatori che hanno frequentato corsi specifici di mediazione. L'imputato per avere l'estinzione del reato deve adempiere ad un programma di trattamento sotto la supervisione del giudice e seguito dagli operatori dell'Uepe, uffici di esecuzione penale esterna del Ministero della Giustizia. L'Uepe di Latina ha sottoscritto il protocollo nel febbraio 2015 con il Tribunale di Latina per l'operatività della messa alla prova, ma per la completa attuazione occorreva la previsione delle attività di mediazione penale. Ora il presidente Pandolfi ha individuato il centro diocesano in grado di garantire lo svolgimento della mediazione penale. Il centro, l'unico presente in provincia, è presieduto da Vincenzo Serra, mentre l'ufficio di mediazione è coordinato dall'avvocato Pasquale Lattari.