Latina, tamponi d'oro e false certificazioni: segnalati 5 laboratori in provincia

Latina, tamponi d'oro e false certificazioni: segnalati 5 laboratori in provincia
di Stefania Belmonte
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 15:46

Otto persone, tra titolari e direttori sanitari di cinque laboratori analisi della provincia di Latina, sono stati segnalati all'autorità giudiziaria da parte dei carabinieri del Nas perché effettuavano i test antigenici per la ricerca del Sars-Cov-2 ad un prezzo superiore rispetto a quanto dichiarato alla Regione Lazio. L'accusa è di falso. Il prezzo concordato per mantenere la convenzione con l'ente regionale è di 22 euro a test, ma i carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Latina del comandante Felice Egidio (nella foto) hanno scoperto che in questi laboratori il prezzo richiesto per la prestazione partiva dai 25 per arrivare ai 32 euro. Un sovrapprezzo tutto sommato contenuto, ma che violava espressamente quanto concordato con la Regione Lazio e che non ha risparmiato dunque una denuncia per i responsabili. Non si tratta di casi isolati e, probabilmente, neanche degli ultimi che saranno scoperti.


Già da diverse settimane i carabinieri effettuano le verifiche a campione nei diversi laboratori convenzionati con la Regione, ed in particolare a chiedere i controlli era stato lo stesso assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, dopo che a distanza di pochi giorni dall'avvio del nuovo servizio a prezzo calmierato, c'erano già stati a Roma i primi casi di tamponi d'oro. La giustificazione dei titolari, quando arrivano i carabinieri, è sempre la stessa: fissando il prezzo a 22 euro, non ci si rientra con i costi e così si riversano sull'utenza.

Ma questo non può avvenire in presenza di convenzione con la Regione Lazio, che con questo provvedimento ha voluto rendere accessibile a tutti la possibilità di testarsi.


IL BILANCIO
Il bilancio dei controlli sulla provincia di Latina ha visto solo in quest'ultima settimana 13 laboratori: cinque sono quelli sanzionati. Sono stati 285 tra aziende e laboratori di analisi quelli controllati invece su scala nazionale: irregolarità sono state rilevate in 67 centri e 94 sono state le violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 145mila euro. Di queste il 60% delle violazioni rilevate dai Nas è risultato attribuibile all'inosservanza di norme e comportamenti connessi con l'applicazione delle misure di contenimento epidemico. Tra le irregolarità più frequenti: l'assenza delle necessarie autorizzazioni circa lo svolgimento di attività di prelievi ematici e biologici (tamponi) svolti in ambienti non idonei (15% delle violazioni contestate); ritardata o omessa comunicazione dei casi di positività (14%). «Tali inosservanze si legge in una nota dei carabinieri sono ritenute di particolare gravità per la perdita di informazioni utili alla corretta e tempestiva tracciatura di casi e conseguente diffusione incontrollata di situazioni di contagio».

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