Della struttura di Nefrologia il paziente parla come di un’ “unità di primissimo piano, non solo per la competenza professionale dei suoi addetti: medici e paramedici, ma soprattutto per l’umanità che è il fondamento del loro agire, che riteniamo sia importante quanto la somministrazione delle appropriate cure”. Tra l’altro da pochi giorni e per la prima volta in assoluto “questo segmento della sanità terracinese ha avviato la possibilità, fino a ieri preclusa, del processo d’infusione di un medicinale monoclonale (rituximab) destinato alla cura di patologie autoimmuni severe”. Tutto ciò è accaduto grazie all’impegno della dottoressa Rosa Grimaldi, del dottor Vittorio Stranges e dei paramedici Mauro, Oriana e Laura. Un passo avanti prezioso per gli tenti visto che si tratta di una pratica attiva soprattutto negli ospedali del nord.
“Riteniamo l’avvio di questa buona pratica un momento importante e qualificante per la struttura di nefrologia e dialisi dell’ospedale “Fiorini”- continua il paziente- e un’apertura fondamentale per chi era obbligato al “viaggio della speranza” verso altri lidi sanitari italici”. “E’ doveroso- termina- ringraziare il dottor Augusto di Silva, oggi in quiescenza, cui va il merito di aver lottato aspramente per realizzare una struttura di nefrologia divenuta nel tempo fiore all’occhiello del Distretto di Centro della Asl Latina, alla quale tanti cittadini guardano con speranzoso interesse”.
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