L'autopsia conferma: 7 colpi contro Nicoletta e Renée, gli ultimi due esplosi da vicino

L'autopsia conferma: 7 colpi contro Nicoletta e Renée, gli ultimi due esplosi da vicino
di Marco Cusumano
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 11:47

L'INCHIESTA

L'indagine della Procura di Latina sul duplice femminicidio di Cisterna prosegue soprattutto sul versante degli accertamenti tecnici. Gli investigatori, dopo le prime difficoltà nell'accedere al cellulare di Christian Sodano, un iPhone 15 pro max di ultima generazione con un alto livello di protezione, sono riusciti a entrare nello smartphone per isolare una quantità enorme di dati potenzialmente utili alle indagini: foto, video, messaggi, cronologia delle posizioni rilevate dal Gps, account social e altro materiale. L'obiettivo è soprattutto finalizzato a contestualizzare le minacce rivolte a Desyrée prima del duplice omicidio per arrivare all'ipotesi della premeditazione come aggravante del delitto, uno scenario che potrebbe portare alla condanna all'ergastolo per il finanziere in servizio a Ostia. Proseguono anche le analisi dei video, in particolare delle immagini registrate dalle telecamere esterne della villetta.

Intanto emergono nuovi dettagli in merito all'autopsia che confermano sostanzialmente quanto descritto nelle ore successive all'esame autoptico effettuato dal medico legale Fabio Guidato a Tor Vergata.

I colpi andati a segno, esplosi dalla Beretta d'ordinanza di Sodano, sono complessivamente sette: tre hanno colpito Nicoletta Zomparelli provocandone il decesso immediato, altri due hanno colpito la figlia Renée Amato, uno al collo e uno alla caviglia, ferendola gravemente. Questi primi cinque colpi sono stati esplosi all'interno della villetta, in soggiorno, da una distanza non ravvicinata. Nella medicina legale si indica la distanza di 50 centimetri come limite oltre il quale si considera l'azione "a distanza", come nel caso dei primi cinque colpi esplosi.

Ma poi, ed è questo l'elemento della ricostruzione che potrebbe attirare maggiormente l'attenzione di accusa e difesa, Sodano si è accorto che Renée era ancora viva. Lui dice di essere tornato indietro, rientrando nella villetta, per dare il colpo di grazia alla ragazza, «per non farla soffrire» disse al magistrato. Secondo l'autopsia Sodano ha esploso gli ultimi due colpi al viso della giovane, in questo caso da una distanza ravvicinata, dunque da meno di 50 centimetri. Al momento non esistono elementi per ipotizzare che Renée si stesse alzando dopo essere stata gravemente ferita dai primi due colpi di pistola. Per avere un quadro completo, con dati più precisi, occorrerà comunque attendere il termine massimo di 60 giorni indicato dal medico legale per il deposito della relazione tecnica.

La dinamica del duplice femminicidio sembra piuttosto chiara e alcuni dettagli in via di definizione non sembrano poter spostare sostanzialmente la ricostruzione degli eventi. Sarà comunque importante capire se Sodano abbia sparato in un momento di "confusione", come lui sostiene, oppure se abbia mirato con precisione verso i suoi due obiettivi, ipotesi sulla quale sembrano orientati gli investigatori e che sembra suffragata dai primi risultati degli esami medico legali.

Per stabilire con esattezza la distanza e la traiettoria dei colpi esplosi, sarebbe necessaria una perizia balistica che al momento non risulta disposta. E' possibile che il sostituto procuratore Valerio De Luca non ritenga necessario effettuare ulteriori accertamenti tecnici vista la chiarezza della dinamica e la sostanziale congruenza delle versioni fornite da Desyrée Amato, unica sopravvissuta, e dall'assassino Christian Sodano.

Il finanziere di 27 anni, pochi giorni dopo l'arresto, è stato trasferito dal carcere di Latina alla sezione militare del carcere di Rebibbia a Roma. A breve potrebbe essere nuovamente interrogato dal magistrato, così come potrebbe avvenire per Desyrée che è stata ascoltata soltanto una volta, subito dopo il duplice delitto.

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