Il geologo Cappucci boccia il progetto di ripascimento: «Manca la sabbia, ecco perché la soluzione non mi convince»

Il geologo Cappucci boccia il progetto di ripascimento: «Manca la sabbia, ecco perché la soluzione non mi convince»
di Rita Cammarone
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Venerdì 10 Giugno 2022, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 12:30

Sul progetto licenziato dalla giunta di Coletta, non ci sono solo le perplessità del Wwf Litorale Laziale. Il geologo dell'Enea Sergio Cappucci, già dirigente del servizio Ambiente del Comune di Latina, si è mostrato scettico sulla scelta dell'amministrazione comunale, a partire dal bando per la progettazione. «Bisognava irrobustire l'affidamento all'origine afferma - Dispiace rilasciare un'opinione dopo il clamore dell'intervento del Wwf, ma confermo che ci sono criticità da superare».

Per il geologo sarebbe stato opportuno dare un incarico e ricevere un progetto che mettesse a confronto costi, tempi, impatti ed oneri di diverse soluzioni progettuali. «Serviva un'analisi comparata avente come unico obiettivo di confronto l'ampliamento durevole della spiaggia emersa ha precisato Cappucci - di 30-40 metri ad esempio. Nella documentazione allegata alla delibera non c'è nulla di tutto questo, nonostante le raccomandazioni indicate dal tavolo tecnico nazionale per il contrasto dell'erosione per una progettazione moderna». Il geologo si chiede come abbia fatto la giunta ad approvare un atto che ipotizza un'unica opzione, «peraltro diversa rispetto a quella contenuta nello studio di fattibilità iniziale e da precedenti indirizzi», non trovando tuttavia una risposta. «Non ne ho idea», ha esclamato con un'espressione di incredulità sull'accaduto.

Sulla principale contestazione del Wwf, relativa agli effetti negativi dei pennelli sul versante sud est, Cappucci ha riferito di «non essere contrario alle opere rigide, che sono certamente gradite agli operatori balneari», affermando tuttavia che il progetto gli è sembrato troppo lacunoso in alcune parti fondamentali: «Mancano le valutazioni sugli effetti delle opere programmate».

Il ricercatore dell'Enea ha sollevato anche un'altra questione, in riferimento alla previsione di sfruttare la sabbia proveniente dal dragaggio del porto di Anzio, «oltre 300mila metri cubi, mentre il massimo volume estratto non ha mai raggiunto i 200mila metri cubi».

«Tutto è imposto dalla scelta della Regione ha aggiunto Cappucci di non sfruttare più i depositi che si trovano al largo. I consulenti della Regione, verso i quali ho piena stima, mi hanno confermato di aver ripetuto più volte ai decisori che la sabbia è la risorsa naturale più importante da trovare in volumi sufficienti se si vuole dare seguito alla pianificazione appena terminata (Piano regionale della costa, fornito dall'università del Mare)». Cappucci ha concluso ricordando che lo stesso progettista della Duomi, a cui è stato affidato il progetto contestato, un anno fa sottolineò che la sfida più difficile sarebbe stata l'individuazione del volume di sabbia per ricostruire il litorale.

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