Aggressioni e rapine in centro: «Gruppo spregiudicato» ma loro respingono le accuse

Aggressioni e rapine in centro: «Gruppo spregiudicato» ma loro respingono le accuse
di Elena Ganelli
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Venerdì 24 Luglio 2020, 08:08

Hanno cercato di discolparsi rendendo spontanee dichiarazioni o rispondendo alle domande del giudice Vincenzo Zara, 21 anni, Renato Toma e Ettore Annoni, entrambi 22enni, accusati in concorso con un quarto ragazzo minorenne di una serie di rapine, minacce e pestaggi messi a segno nel capoluogo pontino a giugno scorso. I ragazzi, finiti agli arresti domiciliari con le accuse di lesioni aggravate e rapina in concorso, sono stati ascoltati ieri pomeriggio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Mario La Rosa.
Annoni e Toma, difesi dagli avvocati Stefano Iucci e Catia Pedron, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere ma hanno rilasciato dichiarazioni spontanee negando le accuse mentre Zara, assistito dall'avvocato Roberto Baratta, ha risposto alle domande del magistrato difendendosi dagli episodi che gli vengono contestati.

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GLI INDIZI

Il quadro accusatorio, così come ricostruito dagli investigatori della Questura grazie ad una serie di filmati e alle testimonianze delle vittime delle aggressioni che hanno riconosciuto i componenti della banda, sembra però abbastanza chiaro. E inquietante.
Quattro aggressioni fisiche messe a segno nella stessa nottata in punti diversi della città, da viale Mazzini a piazza Dante passando per via IV Novembre e piazza Santa Maria Goretti. È lo stesso gip, nell'ordinanza di custodia cautelare a parlare, riferendosi ai giovanissimi autori dei pestaggi, di «personalità spregiudicata e priva di senso del limite. Tali condotte scrive ancora il magistrato nonostante l'incensuratezza e la giovane età dei protagonisti non hanno nulla di goliardico e destano particolare preoccupazione per la violenza ingiustificata nei confronti di coetanei inermi che si trovavano in situazione di evidente debolezza».

IL BRANCO

Nell'ordinanza si sottolinea inoltre come le aggressioni abbiano assunto «tratti tipici di un pestaggio di gruppo. Le modalità di queste condotte sono dimostrative di personalità violente, refrattarie alle regole basilari del vivere in comunità». Tale assenza di rispetto delle regole emerge secondo il gip anche dal comportamento adottato da Zara, Toma, Annoni e dal quarto componente della gang (che in quanto minorenne è stato trasferito in una comunità) mentre si trovavano in Questura per l'identificazione e all'interno di quegli uffici si sono scattati fotografie e ripresi con le telecamere dei telefoni cellulari, per poi postare le immagini e i video sui social network. «Un comportamento annota il giudice che denota assenza di rispetto per l'operato delle forze dell'ordine e dimostra nessun segno di resipiscenza, confermando un giudizio negativo sulla loro personalità».
Il magistrato oltre ai gravi indizi di colpevolezza ha ritenuto che sussistesse anche il rischio di reiterazione del reato rischio attuale e concreto essendo la banda riuscita a commettere più pestaggi in un lasso di tempo assai ridotto, appena quattro ore, con una dinamica praticamente identica. Prima la richiesta di una sigaretta, poi al rifiuto della vittima il pestaggio a mani nude o con una cintura e in un caso la rapina della bicicletta. Davvero un scenario da brividi ser si pensa che i protagonisti hanno poco più di 18 anni.

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