Latina è cara come Roma, solo la carne costa meno

Latina è cara come Roma, solo la carne costa meno
di Fabrizio Scarfò
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Sabato 28 Gennaio 2023, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 09:25

Le recenti fiammate dell'inflazione sembrano aver livellato il carovita tra le diverse regioni italiane. E mentre si infittiscono le discussioni sulla proposta del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di adattare i salari dei professori al costo della vita nelle diverse aree del Paese, secondo le ultime rilevazioni Istat i prezzi di beni e servizi sembrano invece ormai coincidere da nord a sud della Penisola; in tale scenario, anche Latina e la sua provincia non fanno eccezioni.

I NUMERI
Se infatti un chilo di pasta a Milano costa in media 1 euro e 98 centesimi mentre a Roma 2.05 e a Palermo 1.46 , il capoluogo pontino si piazza a metà con un 1 euro e 66 centesimi; vale lo stesso per un litro di latte 1.57 nel capoluogo lombardo, 2 nella Capitale, 1.93 in quello siciliano e 1.75 a Latina e uno d'olio 6.21 al nord, 5.62 a Roma, 5.86 al sud e 6.49 nella città pontina. Dati che confermano le tabelle del Codacons secondo le quali le differenze su diversi beni e servizi sono ormai davvero minime tra le varie città prese in esame. Tuttavia, su alcuni generi alimentari persistono sostanziali differenze di prezzo, anche all'interno della stesso comune e in particolar modo in base al supermercato o discount dove si sceglie di fare la spesa.

IL CAPOLUOGO
A Latina è il caso della pasta, di cui un chilo di spaghetti arriva a costare fino a 2 euro e 16 centesimi in un supermercato, mentre lo stesso quantitativo lo si può pagare esattamente 1 euro in meno in un discount; stesso dicasi per il latte di cui il prezzo per un litro di parzialmente scremato può variare di 1 euro da un supermercato all'altro , ma anche per le mele 1 chilo di golden passa dai 99 centesimi del discount ai 2 euro e 28 di una nota catena , la lattuga più di 1 euro di differenza e le zucchine dai 1.99 del discount ai quasi 3 del supermarket.

La forbice si restringe invece per quanto riguarda i prezzi di altri tipi di prodotti di prima necessità, i quali rimangono tutto sommato simili tra di loro a prescindere dal grande magazzino di riferimento. È il caso della farina, di cui 1 chilo di 00 passa dai 0.79 centesimi del discount ai 0.89 del supermercato, del pane per 1 chilo di rosette classiche appena 60 centesimi di differenza.
Attenzione però a dare per scontato la convenienza dei discount, dove a sorpresa alcuni prodotti della stessa tipologia possono avere prezzi sensibilmente differenti tra loro; basti pensare che 1 litro d'olio extra vergine di oliva costa quasi 2 euro in più rispetto a quello acquistabile nelle grandi catene; lo stesso dicasi per il petto di pollo, di cui una confenzione da 1 chilo a fette costa 11.49, a differenza dei 9.90 di un più noto supermarket.
E la situazione prezzi anche al mercato coperto di via Don Minzoni? Sembra definitivamente crollare anche l'ipotesi secondo la quale i prezzi del mercato annonario siano più vantaggiosi rispetto a quelli delle grandi catene.

Se generi alimentari come il petto di pollo o il latte hanno prezzi in media con quelli dei grandi magazzini, infatti, la forbice va via via allargandosi quando si tratta del pane 80 cent in più rispetto a parità di quantità con il discount ma soprattutto delle mele quasi 1 euro in più rispetto alla media locale e delle zucchine 1.50 in più del discount e 0.50 delle catene internazionali.

Insomma, differenze di prezzo che, giorno dopo giorno, possono fare la differenza nell'economia di una famiglia e che, in un periodo di inflazione e di difficoltà per tutto il Paese, spingono anche i cittadini di Latina a selezionare con attenzione quali e soprattutto dove acquistare un certo tipo di prodotti.

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